Sequestro Buglione, arrestato latitante sardo

di Redazione

Antonio BuglioneNAPOLI. Un latitante sardo, Giovanni Canale, 24 anni, residente ad Onanì (Nuoro), è stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Siniscola poiché ritenuto coinvolto nel sequestro lampo dell’imprenditore napoletano Antonio Buglione, avvenuto nel settembre 2010.

Canale si nascondeva in un ovile di Onifai, nel nuorese, insieme ad altre quattro persone, anch’esse tratte in arresto per favoreggiamento aggravato: Gianfranco Carta, 52 anni, di Onifai, proprietario dell’ovile; Antonio Gusino, 26, di Olbia, ma residente a Padru (Olbia-Tempio); Martino Contu, 41, di Bitti; e Giuseppe Brundu, 37, di Ozieri ma residente a Bitti.

Il 24enne era destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, per i reati di rapina e sequestro di persona a scopo di estorsione. I militari lo hanno catturato mentre si allontanava da un ovile con una motociclo Triumph 1000 risultato rubato il 2 agosto scorso a Tortolì. Durante la perquisizione è stato trovato in possesso di una pistola calibro 9×21, con matricola abrasa, di due caricatori contenenti ciascuno 15 pallottole, un coltello a serramanico di 24 centimetri.

Buglione, 50 anni, fu sequestrato il 12 settembre 2010 a Saviano (Napoli) e liberato due giorni dopo, il 14 settembre, nelle campagne della vicina Marigliano.Per il sequestro il 3 novembre 2010 furono già arrestati altri tre complici di Canale, due dei quali nati e residenti nel nuorese, e il terzo, invece, nato a Nuoro ma residente a Rimini.

Subito dopo il rapimento di Buglione, “re della vigilanza privata” nel napoletano, si ipotizzò che si trattasse di un’azione della camorra. Invece, almeno finora, non sarebbe stato riscontrato il coinvolgimento di qualche clan, cosa molto strana, dal momento che è anomalo che un gruppo di sardi compia in terra di camorra il sequestro di un importante imprenditore senza alcuna “autorizzazione”.

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