Roma – Non ci sono “buone” notizie per la Buona Scuola: la riforma non ha passato il vaglio del parere di costituzionalità. Con l’esito di 10 voti contrari e 10 a favore il parere in commissione Affari Costituzionali non passa per il “voto determinante” di Mario Mauro, senatore di Gal, che nei giorni scorsi ha annunciato l’uscita dalla maggioranza.
Il presidente Anna Finocchiaro ha votato per il “sì”, mentre come si sa, per prassi, i presidenti di commissione non votano. I senatori di Ndc, invece, non sarebbero stati presenti al momento della votazione.
Mauro ha dichiarato che la “Buona scuola è scritta male e ci si deve fermare un attimo a riflettere sul perché debba essere scritta meglio”.
Tanti sono stati i commenti a caldo. La presidente del gruppo Misto-Sel, Loredana De Petris, ha dichiarato: “Questa è la prima battuta d’arresto per una riforma che non piace a nessuno dei soggetti coinvolti ma che Renzi vuole imporre a tutti i costi”.
La senatrice del Pd Doris Lo Moro ha replicato così: “Il Pd era rappresentato in commissione da tutti i suoi componenti che si sono espressi in maniera positiva sul parere da esprimere. Si tratta a nostro parere, comunque, di un infortunio che non pregiudica in alcun modo il percorso della riforma della scuola a Palazzo Madama”.
I parlamentari M5S delle commissioni Cultura di Camera e Senato hanno, invece, dichiarato: “Questa riforma va fermata, il governo ormai non può più ignorare né il dissenso aspro che viene da docenti e studenti, né il disagio sempre più diffuso che c’è anche in parlamento e nella sua maggioranza, come dimostra chiaramente questo voto”.
Per quanto riguarda le aperture manifestate dal premier Renzi, si mostra dubbioso il coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, Rino Di Meglio: “Renzi ha detto chiaramente che il confronto lo farà nei circoli Pd non certo con i sindacati, quindi dubito possano esserci grandi novità” ha poi aggiunto “sono convinto che gli insegnanti abbiano fortemente contribuito al calo del Pd, forse una riflessione dovrebbero farla su questo”.
Di Meglio si mostra assolutamente non abbattuto. “Se non dovesse cambiare nulla nel ddl ci daremo da fare per un referendum abrogativo e ci rivolgeremo alla corte costituzionale perché in alcune parti il testo è sicuramente incostituzionale”.