Castellammare di Stabia (Napoli) – Sei ordinanze di custodia cautelare, eseguite dagli agenti del commissariato di Castellammare di Stabia, nei confronti di alcuni sindacalisti e operai della Fincantieri, accusati di estorsione aggravata e continuata.
Le minacce, come ha spiegato in conferenza stampa il procuratore di Torre Annunziata, Alessandro Pennasilico, erano ai danni dei titolari di due ditte. La prima stabiese, l’altra di Napoli, specializzate in ponteggiatura e servizi elettrici da fornire in sub-appalto a Fincantieri, nel frattempo a caccia di personale perché impegnata, a gennaio 2014, nella costruzione di una nave ad alta tecnologia.
Il sindacalista Antonio Vollono, considerato dagli inquirenti il principale organizzatore delle attività illecite, e Tramparulo, sono inoltre indagati anche per il sequestro di una delle vittime.
Anche gli scioperi e cortei erano “pilotati” per ottenere quanto richiesto ad alcuni imprenditori dell’indotto Fincantieri, ovvero le assunzioni di parenti non qualificati nelle ditte. Agli investigatori è bastato verificare le date delle manifestazioni di piazza e i relativi motivi da parte delle maestranze stabiesi. In molte occasioni il principale motivo di protesta da parte degli operai era il mancato pagamento delle mensilità, un motivo apparente visto che dietro la messa in scena vi era provocare il rallentamento delle attività del cantiere e quindi far rischiare delle pesanti “penali” alle ditte che dovevano rispettare la consegna dei lavori.
Importante, per lo sviluppo delle indagini, anche l’atteggiamento di collaborazione della stessa Fincantieri, che ha licenziato sei mesi fa, dopo un’indagine interna, tre operai finiti sotto inchiesta.