Sanguinosa battaglia nel Sinai con l’Isis che ha sferrato un duro attacco contro la cittadina egiziana di Sheikh Zuweid. Si contano decine di vittime tra guerriglieri e militari. Per alcune ore sono state issate le bandiere nere dell’Isis in alcuni quartieri. Allerta anche in Israele. “Isis non è solo sul Golan, è anche in Egitto, vicino Rafah, vicino al nostro confine”, ha detto il premier Benyamin Netanyahu.
Ancora provvisorio il bilancio delle vittime. Fonti militari precisano che “50 terroristi sono stati uccisi nel corso di bombardamenti delle forze armate a Sheikh Zuweid e che gli scontri proseguono”. Una fonte della sicurezza ha aggiunto che alcune “unità dei corpi delle forze armate della città di Ismailia (a Suez) sono stati inviati nell’area degli scontri”. Ma anche tra i militari si registrano pesanti perdite. Decine di soldati (fonti mediche dicono 70) sono morti nella difesa della città.
“L’Egitto è in stato di guerra”. Lo ha affermato il premier Ibrahim Mahlab precisando che in giornata la presidenza della Repubblica approverà alcune misure anti terrorismo. Mahlab ha poi osservato un minuto di silenzio in ricordo di Hisham Barakt, il procuratore generale assassinato lunedì in un attentato al Cairo e per i “martiri” uccisi oggi in Sinai.
“La notizia dell’eventuale cattura di alcuni soldati egiziani da parte dei jihadisti nel nord del Sinai non puo’ essere confermata, in quanto è difficile contattare la zona degli scontri”. Lo affermano fonti della sicurezza citate da al Jazeera.
“Isis non è solo sul Golan, è anche in Egitto, vicino Rafah, vicino al nostro confine”. Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu che ha così commentato la situazione nel Sinai egiziano. “Questo terrorismo – ha spiegato parlando con gli ambasciatori stranieri – è diretto da due differenti entità: l’Iran e gli sciiti radicali da una parte, e l’Isis con i sunniti radicali, così come da fazioni come Hamas”. E alcuni droni israeliani hanno sorvolato la cittadina di Sheikh Zuweid nel nord del Sinai e la frontiera israelo-egiziana. Secondo le fonti della sicurezza egiziana lungo tutta la frontiera con Israele è stato decretato lo stato di massima allerta, in particolare ai valichi di Rafah e al posto di confine di Al Oga.
Il gruppo Wilayat Sinai (Provincia del Sinai), affiliato allo Stato Islamico, ha rivendicato gli attacchi coordinati contro oltre 15 siti militari egiziani nel nord del Sinai. “I leoni del Califfato – scrive il gruppo su Twitter – hanno attaccato simultaneamente oltre 15 siti e posti di blocco dell’esercito apostata egiziano con armi pesanti e leggere e anche granate e hanno preso il controllo totale di alcuni siti. Gli scontri continuano”. La formazione di Ansar Beit el Maqdis (Partigiani della Città Santa o di Gerusalemme), ha di recente mutato il suo nome in Wilayat Sinai (Provincia del Sinai).