Napoli – Nella discarica abusiva di Caselle Pisani a Pianura i camion che sversavano materiali di ogni tipo e provenienza non ci sono più, eppure la discarica è ancora attiva. Almeno in profondità, nel sottosuolo.
Lo riporta il quotidiano “Il Mattino”, citando le analisi condotte dal laboratorio mobile dell’Arpac (Agenzia regionale per la protezione ambientale in Campania) per tre mesi – da aprile a luglio di quest’anno – sulla qualità dell’aria in una parte dell’ex sversatoio. Metano e idrocarburi non metanici hanno raggiunto rispettivamente anche picchi di concentrazione fino a 1000 e 2500 microgrammi al metro cubo.
Valori importanti non tanto per la quantità, ma perché di fatto indicano che la discarica è attiva in profondità e questo a sua volta significa che ci sono sia delle emissioni nell’atmosfera, sia delle produzioni di percolato. Due attività potenzialmente nocive, cosa che potrebbe essere appurata solo da altre analisi che rilevino quali gas sono presenti nell’aria e se l’attività ha raggiunto la falda. Dati che l’Arpac al momento non ha ancora fornito.
Superati inoltre per cinque volte i limiti per le polveri sottili, come si evince dal verbale della riunione tenutasi oggi cui erano presenti insieme ai rappresentanti dell’Arpac anche quelli di Biovita, la società che il mese scorso ha iniziato – gratuitamente – un progetto di bonifica sperimentale. Per una volta a settimana per tutto il mese di giugno tecnici e ricercatori hanno inoculato una miscela di batteri in un’area della discarica di circa 200 metri. Capacità e obiettivo del ‘superbatterio’ quella di creare una sorta di filtro microbico sfruttando il terreno della discarica. In altre parole: i microbi mangiano le eventuali emissioni nocive prodotte che sono poi quelle che vengono sprigionate nell’aria e ci fanno ammalare.
Dai risultati preliminari forniti “si evince una tendenza alla diminuzione dei picchi del metano e degli idrocarburi non metanici – si legge nel verbale – nell’ultima decade di giugno, da verificare ulteriormente tramite analisi statistica”.
Insomma, un cambiamento c’è e si registra, ma occorreranno ulteriori dati – che verranno forniti in una relazione di sintesi a conclusione della campagna di monitoraggio – per averne certezza. Convinto della riuscita dell’operazione il vicepresidente del Consiglio comunale, Marco Nonno, presente sia alla riunione, sia durante le prime inoculazioni e che ha già annunciato che proporrà al Comune di mettere a disposizione una somma di circa 50mila euro con un bando e quindi una gara di appalto pubblica per estendere la sperimentazione all’intera area includendovi un servizio di vigilanza e il fornimento di piante speciali per il progetto di bonifica.