Bruxelles – Il primo ministro greco non avrebbe ancora pronta alcuna proposta da presentare all’Europarlamento dopo che, con il referendum della scorsa domenica, la popolazione ha detto no ai creditori Ue.
“Aspettiamo una richiesta formale di prestito Esm da Atene. Poi valuteremo le condizioni”, ha dichiarato il presidente Jeroen Dijsselbloem al termine dell’Eurogruppo avvenuto martedì alle 13. La richiesta potrebbe arrivare, secondo fonti locali, entro la serata di martedì o mercoledì.
Previsto un incontro ravvicinato tra la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese, Francois Hollande e Tsipras. Intanto, il premier greco ha annunciato che alle 9.30 di mercoledì sarà a Strasburgo e parlerà davanti al Parlamento europeo.
Christine Lagarde avverte: “Senza il pagamento del debito di 1,6 miliardi di dollari alla Grecia non potranno essere concessi nuovi fondi”. Nel frattempo, Obama auspica che si trovi una strada che consenta ad Atene di rimanere nell’euro. Il ministro tedesco, Wolfgang Schaeuble, ha dichiarato: “Senza proposte non si può trovare una soluzione greca all’interno dell’Eurozona”.
E’ stata tanta la delusione dei partecipanti al vertice europeo provocata dall’assenza di iniziative risolutive, nella giornata di debutto del nuovo ministro delle finanze, Euclid Tsakalatos.
Juncker: “C’è chi di nascosto punta sull’uscita della Grecia. In Europa non esistono risposte facili. La commissione Ue farà in modo che riprendano i negoziati. I greci hanno votato no ad un testo che non è più sul tavolo”.
Chiara la posizione dei paesi del nord Europa che hanno esplicitamente dichiarato di non poter supportare il debito della Grecia. “È assolutamente impossibile per noi – ha affermato il ministro delle Finanze slovacco Kazimir, – la situazione è arrivata a un punto nel quale un accordo percorribile è possibile solo a un livello politico altissimo, sono molto scettico che oggi possa essere trovato un accordo”.
“I lettoni non capiscono i greci”, ha invece detto Janis Reirs, ministro delle Finanze di Riga, che, a chi gli chiedeva se Tsipras fosse da ritenere affidabile ha replicato: “È difficile per me rispondere ma, ad ogni modo, avrei difficoltà a fidarmi di Varoufakis”. Rimantas Sadzuis, responsabile delle Finanze della vicina Lituania: “In politica c’è sempre spazio per un compromesso; la Grexit per noi non è un’opzione ma la Grecia deve applicare le riforme”.
Intanto, dal nostro Paese viene lanciata una mozione di sinistra per sostenere il popolo greco. “E’ un’iniziativa costruttiva che vuole spingere il governo a cambiare linea”, hanno spiegato gli aderenti. La proposta è stata sottoscritta dai deputati di Sel, da Francesco Campanella, Stefano Fassina e Alfredo D’Attorre.
Il testo chiede di “impegnarsi nelle sedi Ue ad affrontare la questione del debito pubblico dei Paesi più esposti attraverso iniziative di rinegoziazione stabilendo una diversa tempistica e una diversa rimodulazione sulla base dell’effettiva crescita e ripresa economica e promuovendo l’emissione di eurobond finalizzati alla riduzione del debito”. Ulteriormente si chiede di “proporre una conferenza sul debito e di avviare con gli altri partner europei un processo di riforma dei trattati europei che, in primis, abbia al centro l’allentamento dei rigidi parametri imposti dalle regole del fiscal compact e, di supportare un’indagine conoscitiva nelle commissioni parlamentari competenti, o ad istituire una commissione presso la Presidenza del consiglio dei ministri, per ricostruire le origini, le competenti e i detentori del credito italiano vantato verso la Grecia”.
Renzi: “Il problema più grande è che Europa vogliamo. C’è una emergenza Grecia, ma c’e’ un problema ancora più grande: che Europa vogliamo fare. La Grecia che noi abbiamo di fronte è un’emergenza che dovremo affrontare, ma l’Europa che vogliamo costruire è fatta di intelligenza, di passione e deve essere un’Europa politica, non soltanto economica. L’Europa deve essere un continente dove non ci sono solo numeri e cifre ma valori”.