CASERTA. Riaprirà i battenti il centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Santa Maria Capua Vetere, chiuso lo scorso giugno dopo che un incendio divampato durante le tensioni tra gli immigrati e la polizia aveva distrutto parte della struttura.
Contro lordinanza del presidente del Consiglio, Mario Monti, del 23 gennaio scorso, con la quale si dispone anche la riapertura del centro di Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza, si è scagliato il Pd che con la deputata campana Pina Picierno ha chiesto al premier di rivedere la decisione pubblicata in Gazzetta ufficiale lo scorso 28 gennaio.
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 21 novembre 2011, con cui è stato prorogato, fino al 31 dicembre 2012, lo stato di emergenza per proseguire le attività di contrasto e di gestione dellafflusso di extracomunitari e considerato che permane la necessità di trattenere nei Cie gli stranieri irregolari sul territorio nazionale, lordinanza dispone che le strutture presenti nei comuni di Santa Maria Capua Vetere e di Palazzo San Gervasio (Pz) continuino ad operare fino a cessate esigenze, e comunque non oltre il 31 dicembre 2012, come centri di identificazione e di espulsione con un numero massimo, per ciascuna struttura, rispettivamente di 200 e di 150 posti.
Lordinanza prevede per il 2012 anche uno stanziamento da parte del ministero dellInterno di massimo 13 milioni di euro per ladeguamento e la manutenzione straordinaria delle due strutture e di massimo 4.726.890 euro per la gestione.
Chiediamo al Governo ha affermato Picierno di riconsiderare la scelta di riaprire il Cie di Santa Maria Capua Vetere, quella struttura è del tutto inadeguata, una vergogna di Stato dove centinaia di migranti sono stati reclusi in condizioni durissime e drammatiche. La provincia di Caserta ha già vissuto notevoli tensioni, dovute alla mancanza di attenzione verso una fascia di popolazione immigrata, che richiederebbero un supplemento di valutazione da parte del Governo. La carenza di personale posto all`espletamento delle funzioni proprie dell`ufficio immigrazione e profughi, pone ulteriori interrogativi e perplessità sull`Ordinanza del 23 gennaio 2012. Va inoltre tenuto conto del concreto pericolo di infiltrazioni della criminalità organizzata, potenzialmente attratta dalle somme milionarie disposte dall’art. 2 e 3 dell`ordinanza del Presidente del Consiglio, sempre attenta ed interessata ad insinuarsi nella piaghe della disperazione degli immigrati.