Pd: “Una maggioranza arlecchina e il mangiafuoco straniero”

di Redazione

 SANT’ARPINO. “Ha destato grande sorpresa la presenza in piazza domenica 22 febbraio di un gruppuscolo politico (o pseudo-tale) che noi credevamo ormai liquidati dalla storia, ossia i Comunisti Italiani, …

… ma anche ‘superati’ dalla dirompente entrata in campo della destra a S.Arpino, figlia di opportunismo, di personalismo, di trasformismo e di politica non certo trasparente, importata dai nostri attuali amministratori in tempi non remoti”. Lo afferma il coordinamento cittadino del Partito Democratico.

“Certo. tutto si poteva pensare ma non ad ‘esercitazioni’ di moralismo cantati a squarcia gola da esponenti provinciali della stessa formazione fantasma. Quello organizzato domenica è sicuramente frutto di demagogia spicciola, nostalgicamente presente in qualche consigliere comunale attuale, nella fattispecie Domenico Cammisa, dal quale ci saremmo aspettati ben altre iniziative e al quale vorremo chiedere: che cosa ci fa in una coalizione guidata dal re muto ossia nel centrodestra? Quindi ogni sua affermazione politica e pubblica risulta inutile, se non addirittura ironicamente banale, incoerente e contraddittoria.

Naturalmente i comunisti Italiani per loro tradizione confermano il loro status di ‘contrari a tutto’ e quindi, in piazza, proponevano una firma per abolire leggi del parlamento, insomma una forma di pubblicità occulta solo per farsi notare da cittadini che ormai saturi hanno preferito il sole a tratti gradevole della piazza. Non hanno, però, spiegato quelli del Pdci, invece, a tanti cittadini presenti, il perché della loro permanenza politica in un’amministrazione di centro-destra, che attualmente governa S.Arpino e che si sta caratterizzando con scelte politiche clientelari e molto discutibili e che per coerenza dovrebbero essere contrastate dallo stesso Pdci. Invece, tale gruppo politico, che si ritiene a prescindere e per logica esistenziale coerente, accetta tale permanenza senza dare spiegazioni a chi inconsapevolmente gli ha dato fiducia.

Inoltre un consigliere comunale con delega, Domenico Cammisa, che si ritiene esplicitamente comunista, svolge invece tranquillamente, senza troppi rumori, il suo ruolo in una maggioranza che con i comportamenti contraddice ogni istante le idee ed i programmi dei cosiddetti ‘comunisti’. E, infatti, lo stesso Cammisa (astenendosi da ogni intervento e da ogni giudizio sulle “male fatte” di questa Giunta) ha avvalorato i dubbi e consentito, ai tanti che ascoltavano in piazza, di pensare che la sua presenza in questa maggioranza non ha nulla a che vedere con i suoi ideali e le sue idee, soprattutto in termini di politiche per i lavoratori. Anzi, a Cammisa vorremmo poter chiedere, e ci farebbe piacere conoscere il suo pensiero, cosa pensa di quanto dichiarato in Consiglio comunale dal suo collega di maggioranza Alberto Plazza, che è ritornato in Forza Italia, dopo una parentesi socialista.

Gli stessi rappresentanti provinciali del Pdci hanno preferito aggirare l’argomento assai spinoso, preferendo un tema a loro più consono, quello legato al lavoro, giustificando la loro presenza a S.Arpino, come promotori di un referendum. Veramente ingenuo, e ciò dimostra l’imbarazzo dell’amico Cammisa a stare in una coalizione di centro-destra, con il tentativo di giustificare la loro presenza nella maggioranza ‘arlecchina’ ad un impegno a termine, che si rinnova ogni anno, tutto centrato sui lavoratori socialmente utili (Lsu), a loro parere ‘sistemati’ grazie alle loro proposte.

Insomma, la conferma, con la manifestazione del Pdci, di un vero circo all’aperto che si è ormai impiantato stabilmente a S.Arpino e dove lo spettacolo si trasforma in un ‘recital trasformista’ e i fili di questa ennesima dimostrazione di gozzaviglia amministrativa pseudo-politica sembrano essere mossi misteriosamente da un ‘mangiafuoco straniero’”.

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