Borse, il lunedì nero asiatico: la Cina fa tremare l’Europa

di Redazione

Nuovo crollo dei mercati in Cina: la Borsa di Shanghai ha perso l’8,48%, nella peggior seduta dal febbraio 2007, quella di Shenzhen il 7%. Il tonfo pone fine a un rally di tre settimane e alimentato dai provvedimenti governativi. Pesano i timori sull’economia e i dubbi sull’efficacia delle misure anti-bolla di Pechino. Giù anche le altre asiatiche: Tokyo -0,95%, Taiwan -2,41%, Hong Kong -3,09%. Chiude in rosso Milano: -2,97%. In negativo anche gli altri mercati europei: Francoforte (-2,31%), Londra (-0,94%) e Parigi (-2,57%).

Mentre la Bce stoppa la riapertura della Borsa di Atene, sui mercati dell’est il crollo di questo inizio di settimana spazza via il recupero dei listini di Shanghai, che avevano beneficiato delle misure del governo cinese, alimentando interrogativi sulla possibilità di sostenere artificialmente i prezzi dei titoli in un contesto di crescita economica debole. A giugno i profitti industriali sono scesi dello 0,3%, a fronte di un rialzo dello 0,6% nel mese di maggio, mentre l’indice manifatturiero delle piccole e medie imprese segnava una contrazione inattesa, ai minimi da 15 mesi.

“Il tonfo è acqua gelata sulla fiducia degli investitori” ha commentato a Bloomberg Mari Oshidari, strategist di Okasan Securities a Hong Kong, e rivela che “il mercato è ancora troppo fragile senza il supporto del governo”, i cui interventi hanno permesso a Shanghai di recuperare il 16% dal minimo segnato l’8 luglio.

Tra le misure adottate da Pechino figurano lo stop alle contrattazioni di oltre 1.400 società e alle nuove quotazioni, il divieto di vendita da parte di grandi azionisti e manager, restrizioni e inchieste a carico di chi vende allo scoperto, la creazione di un fondo da 19 miliardi di dollari da parte dell’Associazione dei brokers, l’allentamento dei vincoli, già molto laschi, per fare ricorso al debito nel trading.

China Securities Finance Corp (Csfc) “conferma gli sforzi per stabilizzare il mercato e il sentiment degli investitori e per prevenire rischi sistemici”. Lo afferma, dopo il crollo di Shangai un portavoce della Consob cinese che non esclude poi che il mercato sia stato danneggiato da vendite allo scoperto. “Csfc investigherà – assicura, secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg – e punirà severamente i colpevoli”.

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