Casapesenna (Caserta) – “E’ una storia che deve essere chiarita nell’interesse di tutti, a cominciare dall’istituzione Polizia di Stato, e sono convinto che la procura distrettuale di Napoli farà di tutto per poter arrivare a un chiarimento”.
Così il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti – a margine di un’iniziativa a Napoli, nella biblioteca di Forcella intitolata ad Annalisa Durante – commenta il “giallo” della pen drive scomparsa dal covo di Casapesenna in cui fu arrestato il boss Michele Zagaria e che, secondo un’intercettazione ambientale, sarebbe stata poi acquistata, per 50mila euro, dal fratello di un imprenditore vicino al boss da un poliziotto infedele.
“E’ necessario un approfondimento – ha detto Roberti – per capire se risulta confermata la presenza nell’appartamento sotto al quale c’era il covo di Zagaria di una chiavetta che poi e’ stata usata. Poi è tutto da vedere chi l’ha sottratta, quando l’ha sottratta e quando sarebbe stata consegnata dal poliziotto all’emissario di Zagaria”.