Roma – Arriva il via libera definitivo del Senato alla riforma della Pubblica amministrazione. 145 voti favorevoli, 97 contrari e nessun astenuto: questo il risultato della votazione nell’Aula di Palazzo Madama.
“Un altro tassello: approvata la riforma P.A. #lavoltabuona un abbraccio agli amici gufi”, ha scritto il premier Matteo Renzi su Twitter.
Due novità introdotte dal ddl: la prima (presentato dal M5S) è lo stop ai dirigenti condannati per danno erariale; la seconda (proposta dal Pd) è l’eliminazione del voto di laurea come barriera per l’accesso ai concorsi. Quanto ai dirigenti si delega il governo a prevedere i casi in cui, in presenza di condotta dolosa, la condanna, anche non definitiva, della Corte dei Conti porta alla revoca dell’incarico o al suo mancato conferimento. Almeno quando si hanno di fronte dirigenti che ricoprono posizioni “sensibili”, a rischio corruzione.
Ecco i punti principali del ddl:
Dirigenti – Anche i vertici diventano licenziabili, potranno essere messi alla porta nei casi in cui saranno valutati negativamente. Tuttavia pur di non essere mandato via il dirigente potrà chiedere di essere “demansionato”. Gli incarichi non saranno più a vita.
Licenziamenti – Quando scatta un’azione disciplinare non si potrà più concludere tutto con un nulla di fatto, la pratica dovrà essere portata a termine senza escludere il licenziamento. Quanto alla diatriba sull’articolo 18, la reintegra resterebbe.
Malattie, poteri da Asl a Inps – Niente più finti malati. Per centrare l’obiettivo le funzioni di controllo e le relative risorse passano dalle Asl all’Inps.
Pensioni in Pa – Il tetto di un anno vale solo per i ruoli direttivi (senza possibilità di rinnovo). Le altre cariche e collaborazioni sono “comunque” consentite. Resta confermato per tutte le posizioni affidate a pensionati il vicolo della gratuità (costo zero).
Accorpamento Forestale ai Carabinieri – Il ddl pone le basi per l’accorpamento della Forestale in un’altra forza (con tutta probabilità i Carabinieri). Si prevede anche un riordino di tutte le forze, dando spazio al merito.
Società partecipate – Verranno ridotte e per quelle che gestiscono servizi pubblici si prevede un numero massimo di “rossi” dopo cui scatta la liquidazione. Si apre anche al commissariamento. Si va verso un dimezzamento delle camere di commercio.
Taglio delle Prefetture – Si va verso un taglio netto che potrebbe portare anche a un dimezzamento, quel che ne rimarrà andrà a finire nell’Ufficio territoriale dello Stato, punto di contatto unico tra P.a. periferica e cittadini. Si farà piazza pulita degli uffici doppioni tra ministeri e Authority. – Pratiche dimezzate per le Grandi opere – Un “taglia burocrazia”, al fine di semplificare ed accelerare, fino al dimezzamento dei tempi, le operazioni in caso di rilevanti insediamenti produttivi, opere di interesse generale o di interventi con effetti positivi sull’occupazione.
Poteri su nomine al Consiglio dei Ministri – Verranno precisate le funzioni di Palazzo Chigi per il mantenimento dell’unità di indirizzo. Un rafforzamento della collegialità che si ritrova anche nelle nomine di competenza, in modo che le scelte passino per il Cdm. La delega riguarda pure la definizione delle competenze in materia di vigilanza sulle agenzie fiscali (come le Entrate).
Pa digitale – Arriva la “carta della cittadinanza digitale”, con il governo delegato a definire il livello minimo di qualità dei servizi online. A guidare la svolta digitale ci penserà un dirigente ad hoc.
“Freedom of information act” italiano – Tutti avranno il diritto di accedere, anche via web, a documenti e dati della P.a. Lo scopo è quello di spalancare gli archivi pubblici, anche se restano dei paletti, così da rendere possibile un controllo a 360 gradi anche sull’utilizzo delle risorse pubbliche.
Libretto unico auto – Si apre al trasferimento del Pubblico registro automobilistico (Pra), retto dall’Aci, al ministero dei Trasporti, a cui fa capo la Motorizzazione. Si va infatti verso un’unica banca dati per la circolazione e la proprietà, con un solo libretto.
Numero unico per le emergenze – Basterà chiamare il 112 per chiedere aiuto in ogni circostanza. L’idea è quella di realizzare centrali in ambito regionale che, raccogliendo la richiesta, siano in grado di smistarla al servizio interessato.