Napoli – “Il Sud è ormai a forte rischio di desertificazione industriale, con la conseguenza che l’assenza di risorse umane, imprenditoriali e finanziarie potrebbe impedire all’area meridionale di agganciare la possibile ripresa e trasformare la crisi ciclica in un sottosviluppo permanente”. Lo si legge nel Rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno 2015.
“Dal 2000 al 2013 il Sud è cresciuto del 13% la metà della Grecia che ha segnato +24%: oltre 40 punti percentuali in meno della media delle regioni Convergenza dell’Europa a 28 (+53,6%)”. Lo Svimez sottolinea anche che, nel periodo, l’Italia nel suo complesso è stato il Paese con meno crescita dell’area euro a 18 con il +20,6% a fronte di una media del 37,3%.
Dal 2008 al 2014 il settore manifatturiero al Sud ha infatti perso il 34,8% del proprio prodotto , contro un calo nazionale del 16,7% e ha più che dimezzato gli investimenti (-59,3%), tanto che nel 2014 la quota del valore aggiunto manifatturiero sul Pil è stata pari al Sud solo all’8%, ben lontano dal 17,9% del Centro-Nord. Dato che fa il paio con la caduta delle esportazioni che in nel Centro-Nord salgono del 3% e al Sud crollano del 4,8%.
Il presidente della Banca di credito cooperativo di Napoli, Amedeo Manzo, ritiene che grazie alle piccole e medie imprese e alle realtà presenti sul territorio si può diminuire il divario tra il mezzogiorno e il Nord del Paese. “Napoli è una grande opportunità per i sui scenario archeologici e turistici, quindi c’è la possibilità di una grande ripresa collettiva che naturalmente deve passare per il ceto bancario che non deve restare chiuso nei propri salotti ma aiutare il territorio a sfruttare le sue grandi opportunità”.