Rimini – “L’Italia è di fronte a un bivio: l’Italia deve tornare a fare l’Italia e allora c’è spazio per uscire dalla crisi. Se viceversa non investisse su se stessa insistendo sulla negatività non sarà un Italia meno ricca, ma il mondo”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi al Meeting di “Comunione e Liberazione” a Rimini. Renzi, parlando di Ue, ha aggiunto: “Quando parliamo di Mediterraneo non parliamo di frontiera Ue ma del cuore dell’Ue”.
“L’Italia in questi 20 anni ha trasformato la Seconda Repubblica in una rissa permanente ideologica che ha smarrito il bene comune e mentre il mondo correva è rimasta ferma in discussioni sterili interne”, ha detto Renzi. “Io credo che il berlusconismo e per certi versi anche l’antiberlusconismo abbiano messo il tasto ‘pausa’ al dibattito italiano e ci abbiano fatto perdere occasioni clamorose. Ora il nostro compito è rimetterci a correre. E’ come se le riforme siano un corso accelerato per rimettere l’Italia in pari”.
“Il prossimo anno togliamo Tasi e Imu per tutti. Non è possibile continuare questo giochino”, ha detto inoltre il premier, intervenendo a Pesaro. E ha aggiunto che “in italia la tassazione è esagerata, bisogna abbassare le imposte, ma per fare questo non basta un anno. Abbattere le tasse restituisce equità sociale e non lo si fa per guadagnare consensi”. Il presidente del Consiglio è poi tornato a parlare di Pil dicendo: “Ad agosto ho visto grandi polemiche sul Pil che cresce poco. Per mesi siamo stati in una stiuazione di difficoltà del Pil e ora che torna a crescere i giornali dicono ‘cresce poco’. E’ chiaro che lo 0,5% non basta, ma i numeri stanno cambiando”.
“Non sarà semplicemente con le riforme che l’Italia ritroverà la propria identità ma le riforme sono la premessa”, ha spiegato ancora il premier, sottolineando che “il pacchetto di riforme che stiamo tentando di fare, dal jobs act a quelle istituzionali, dalla legge elettorale alla riorganizzazione della Pa, dalla Buona Scuola alla responsabilità civile dei magistrati, serve a che l’Italia recuperi il tempo perso”. “L’Italia può giocare un ruolo nell’Europa che cambia ma a condizione che sia essa stessa a cambiare”.
“Per me – ha ribadito Renzi – è importante riconoscere che l’Italia ha uno spazio gigantesco, se smette di piangersi addosso e riconosce che ciò che ci fa grandi è tutto qui. Per l’Italia occorre richiamare ciascuno alla singola responsabilità di prendere consapevolezza della straordinaria forza che abbiamo. L’Italia finirà, se passerà la meraviglia, la capacità di stupirsi, mettersi in gioco”.
Sulle riforme, il premier ha parlato dell’Italicum. “Non mi sono candidato al Parlamento perché il sistema non prevede la corrispondenza tra chi si candida e chi guida il paese. La legge elettorale è il primo tassello per riuscire finalmente a governare e non difendersi dagli assalti della minoranza o dell’opposizione. E’ una rivoluzione”. E ancora: “E’ incredibile la discussione. Dicono che se non c’e’ elezione diretta” dei senatori “è a rischio la democrazia”, ma “non è che devi votare tante volte, quello è il telegatto. Moltiplicando le poltrone si fanno contenti quei politici, non gli elettori”.
Il premier ha parlato anche di immigrazione. “Noi prima salviamo vite umane anche a costo di perdere voti. E’ una questione di civiltà”, ha spiegato. “Quando parliamo di strategia per l’Ue forse si sono persi vent’anni, quando parliamo di Mediterraneo non parliamo di frontiera Ue, ma del cuore dell’Ue: non c’è stata sufficiente attenzione della politica nel considerare il Mediterraneo il cuore del dibattito Ue, si è guardato in una direzione strabica”.
Contestazione a L’Aquila – Al grido di “L’Aquila libera” un folto gruppo di comitati ha manifestato contro la petrolizzazione a pochi metri da palazzo Fibbioni, prima tappa del Comune dove era atteso l’arrivo del premier Matteo Renzi. L’incontro è stato poi annullato. Lo ha riferito il consigliere regionale Pd, Pierpaolo Pietrucci. I manifestanti hanno forzato i posti di blocco, ma sono stati respinti dalla polizia. Scontri anche vicino alla sede della seconda tappa.