Napoli – La livrea nera e argentata è sempre viva, sgargiante. Una volta cotte, però, le carni del sarago, tra i pesci più utilizzati nella cucina napoletana, si accartocciano vistosamente, si irrigidiscono, diventano dure come legno, assolutamente immangiabili.
Sarebbe, secondo alcuni, una mutazione genetica che rischia di paralizzare in Campania la pesca costiera, quasi sempre praticata con reti da posta, grossi nassoni e coffe. Un fenomeno già rilevato da oltre dieci anni.
Ma i pescivendoli spazzano via l’allarmismo: è un fattore che può capitare, soprattutto se si pescano esemplari che hanno appena deposto le uova e quindi disidratati.