Napoli, trovato un raro “pianoforte a cristallo” dell’Ottocento

di Redazione

Napoli – Un raro “pianoforte a cristallo” napoletano di metà `800, ritenuto perduto, è stato trovato nel Conservatorio di Musica di San Pietro a Majella di Napoli durante i lavori di svuotamento di una sala adibita a deposito, finalizzati all’ampliamento dell’annesso Museo. Individuato dal direttore del Conservatorio, Elsa Evangelista, discende dalla glassharmonica, molto amata da Mozart per la quale compose l’Adagio e il “Rondo KV617” in do minore e un Adagio in do maggiore.

Non fu solo il geniale compositore di Salisburgo ad interessarsi alla glassharmonica che suscitò l’attenzione anche di Berlioz, Beethoven e Strass. “La particolarità di questo strumento è la sua discendenza dall’illustre modello della glassharmonica – dice Elsa Evangelista, impegnata nel recupero di altre sale del Conservatorio – lo strumento è un `pianoforte a cristallo´ costruito probabilmente in relazione all’interesse suscitato dall’uso della glassharmonica in opere eseguite al San Carlo in quegli anni, entrando poi a far parte della collezione Del Balzo, confluita infine nelle raccolte del Conservatorio agli inizi del secolo XX”.

“Quando tornerà, dopo il restauro, all’originario splendore, – fa sapere il direttore del Conservatorio di Napoli – sarà possibile godere dello straordinario timbro purissimo di questo gioiello”. Già è stato concepito un programma concertistico ispirato dalla musica suonata su questo tipo di strumenti, in primo luogo i capolavori di Mozart. Sono centinaia i tesori che sono custoditi nel conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, di recente dichiarato bene di interesse storico-architettonico italiano: strumenti musicali antichi e di grande pregio. Il progetto di recupero degli ambienti avviato nel 2013, infatti, mira a trasformare il complesso in una struttura museale di livello internazionale.

Entro la fine del 2015 sarà inaugurata una nuova parte del Museo recuperando spazi finora chiusi destinati a deposito, nuove sale che consentiranno di esporre per la prima volta, a fianco ai già noti capolavori di Stradivari e alle tastiere di Paisiello e Cimarosa, tutta la collezione degli strumenti ad arco, a partire dal settecentesco violoncello Matteo Goffriller, la collezione Gagliano e Postiglione, e tutti gli strumenti a fiato dell’Ottocento da rivalutare, oltre a tutti i cimeli appartenuti ai grandi maestri della scuola napoletana. Prevista anche l’apertura del primo “Museo virtuale del Conservatorio”.

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