Lignano, la fuga dei fratelli coperta da comunità cubana di Salerno

di Redazione

 SALERNO. Subito dopo il duplice omicidio di Lignano Sabbiadoro, Lisandra avrebbe raggiunto la provincia di Salerno, in Campania, e si sarebbe stabilita nel comune di Pontecagnano Faiano, ospite di una cugina.

Quest’ultima, anche lei cubana, risiedeva nel paese campano da circa un anno, come molti altri suoi connazionali impegnati in attività di banconieri-baristi, insegnanti di danza “salsa” e “merengue” e addetti nei saloni da parrucchiere. Si stima che in quella zona la comunità cubana tocchi i mille membri, tutti in Italia con un permesso di soggiorno temporaneo turistico della durata di circa un anno. Un gruppo bene integrato nel tessuto sociale e completamente fuori dal mondo del racket della prostituzione.

All’arrivo di Lisandra, in città, qualcuno ha riferito di averla vista con un uomo. I residenti di Magazzeno, frazione di Pontecagnano nella quale Lisandra aveva trovato ospitalità, raccontano di avere saputo che la ragazza era arrivata insieme al fratello. Sarebbe stato lui ad accompagnarla nel Salernitano, per lasciarla poi con la cugina e rientrare a Cuba.

In poco meno di un mese la giovane si era bene inserita nel contesto notturno della Litoranea, la lunga strada fronte mare che unisce Salerno al sud della provincia, per arrivare fino a Capaccio-Paestum, una via costellata di locali di ogni genere: dalla discoteca al night club, ai ristoranti.

Pare che qui Lisandra svolgesse una vita apparentemente normale, grazie al supporto della comunità cubana che da anni vive a Pontecagnano. Una comunità sulla quale si sono concentrate subito le indagini degli inquirenti friulani. L’obiettivo? Capire chi abbia provato a “coprire” la giovane. Si cercano in particolare, quindi, le persone che abbiano in qualche modo potuto favorire la sua fuga. Qualcuno che, oltre alla cugina, avrebbe potuto sapere quanto accaduto. Quella cubana di Pontecagnano è comunità che diventa una famiglia, pronta ad accogliere i propri figli, a inserirli nel mondo del lavoro e sostenerli economicamente al loro arrivo.

È qui che i carabinieri di Udine sono giunti nel cuore della notte, in una villetta sulla Litoranea. Il rumore dei motori delle loro automobili non è passato inosservato in viale dei Platani, una piccola strada privata, senza uscita, in una zona chiamata “Belvedere”, quasi una terrazza vista mare.

Quando gli investigatori hanno fatto irruzione in casa, la giovane ha tentato un’inutile fuga. La cugina, nel frattempo, avrebbe provato a convincere i militari dell’Arma che Lisandra non era lì. Da qualche settimana la ventunenne lavorava in un chiacchierato night club della zona, un locale già sequestrato e chiuso in passato.

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