Roma – Cinque giorni di sospensione dalle sedute. E’ questa la “punizione” che il Consiglio di presidenza del Senato ha inflitto ai senatori Vincenzo D’Anna e Lucio Barani, accusati di aver compiuto gesti a sfondo sessista in Aula mentre era in corso la discussione sulle riforme.
Un giorno di sospensione anche per Alberto Airola, del Movimento 5 Stelle, che, secondo il Consiglio, avrebbe insultato alcuni esponenti del governo e della segreteria d’Aula.
Ancora, una censura nei confronti del gruppo della Lega per aver sventolato soldi in aula per denunciare la supposta “compravendita dei senatori verdiniani” per ddl Boschi. Censura anche al capogruppo del M5S, Gianluca Castaldi.
Per il presidente del Senato, Pietro Grasso, gli episodi avvenuti nella seduta di giovedì scorso sono stati “di tale gravità” che “hanno offeso persone e senatori” ed hanno “minato la credibilità delle istituzioni”.
Ma i cinquestelle denunciano disparità di trattamento: la senatrice Laura Bottici, infatti, ha ricordato che quando si trattò delle proteste grilline per lo Sblocca Italia i giorni di sospensione comminati furono dieci. Anche per Cinzia Bonfrisco, capogruppo dei Conservatori e Riformisti al Senato, “è stata una decisione troppo timida” perché quei gesti hanno “offeso le donne e gli italiani”.
D’Anna, da parte sua, si è difeso spiegando che “la prima a fare un gestaccio in aula al Senato è stata la senatrice cinquestelle Barbara Lezzi, proprio quella che ora si atteggia a vergine e a martire”. “Noi – racconta il parlamentare casertano – stavamo ascoltando il senatore Falanga che parlava, mentre il gruppo M5S faceva intemperanze e boccacce, in primis a comportarsi così era proprio la senatrice Lezzi. Ecco qual è la dinamica, non è che Barani è psicopatico”. Anche Barani, in Aula, si è difeso dicendo di essere stato frainteso, porgendo le sue scuse.