Pomigliano d’Arco (Napoli) – Confindustria, qualora scegliesse di mettere in discussione i contratti di lavoro e la contrattazione, aprirebbe “non solo uno scontro in questo paese”, ma ci sarebbe l’affermazione di “un’idea di impresa fondata su bassi salari e bassa qualità”.
A dirlo è il leader della Fiom, Maurizio Landini, commentando lo stop degli industriali al negoziato relativo alla riforma del modello contrattuale e le parole del presidente Giorgio Squinzi secondo il quale le posizioni avanzate dai sindacati sono “irrealistiche”.
Da Pomigliano d’Arco, in occasione dell’inaugurazione dell’associazione “Legami di Solidarietà”, il segretario dei metalmeccanici della Cgil ha poi aggiunto: “Le imprese debbono definitivamente scegliere se pensano ancora che i contratti nazionali siano uno strumento utile per tutelare le imprese oppure se prevalga l’idea, come ha fatto l’ex Fiat in Italia, di superarli e – ha aggiunto – andare a una gestione molto autoritaria delle imprese”.
Landini, propagandando le “proposte nuove per fare avanzare i contratti” che devono avere “la caratteristica di tutelare il potere di acquisto dei salari” e di “fare in modo che qualsiasi forma di lavoro abbia gli stessi diritti”, ha ribadito che occorre “garantire che una persona che lavori debba avere un salario minimo garantito, orari e una serie di diritti dalle ferie, alle malattie, agli infortuni, ai trattamenti di fine rapporto”.
Occorre, per il leader della Fiom, garantire inoltre che le imprese “assumano la certificazione della rappresentanza. “Il governo – ha concluso – faccia una legge molto semplice che garantisca le persone che lavorano, il diritto di poter votare i propri delegati e che ogni sindacato sia misurato per gli iscritti reali che ha e per i voti che prende”.