Riforme, appello delle opposizioni al Colle: “Grasso non è super partes”

di Redazione

Passa in Senato l’articolo 12 del disegno di legge Boschi sulle riforme, quello che riscrive l’articolo 72 della Costituzione disciplinando l’iter di un progetto di legge nel nuovo bicameralismo che si sta delineando. Approvati anche altri articoli. Protesta delle opposizioni che si appellano al Capo dello Stato: “Mattarella intervenga”.

“Dobbiamo rilevare il venir meno del ruolo di arbitro super partes del Presidente del Senato”. E’ quanto si legge nella bozza della lettera che i gruppi di opposizione del Senato (M5s, Lega, FI e Sel) vorrebbero inviare a Mattarella. La lettera sarà messa a punto dopo la riunione dei gruppi. Nel documento si dice che Grasso “esprimendosi costantemente a favore delle istanze della maggioranza, ha portato a gravi violazioni del regolamento in merito alla presentazione e votazione degli emendamenti, in particolar modo di quelli sottoposti a voto segreto sulla delicata materia delle minoranze linguistiche, pregiudicando così la corretta gestione dell’Aula”.

Tavolo di confronto piuttosto teso al Pd sulle parti del ddl Boschi che riguardano l’elezione del presidente della Repubblica e su quella della norma transitoria. Secondo alcuni partecipanti all’incontro non si sarebbe trovato un accordo. “E’ stato comunque un confronto interlocutorio per quanto teso”, confermano nella maggioranza Pd. “Oggi si potrebbe ballare”, ribattono esponenti della minoranza, “ma ci vedremo ancora in giornata”.

L’Aula ha bocciato, con 165 voti contrari, 100 a favore e 8 astenuti, l’emendamento a firma della senatrice della minoranza Pd Nerina Dirindin che prevedeva che lo stato di guerra ex art.17 del ddl riforme fosse deliberato dalla “maggioranza assoluta dei componenti” della Camera dei deputati laddove nel testo attuale si disciplina solo che tale decisione sia varata dalla “maggioranza assoluta” della Camera bassa. Il governo aveva espresso parere contrario.

“Entrerò in sciopero della fame da lunedì”, ha annunciato il senatore Vincenzo D’Anna, portavoce del gruppo Ala, a seguito della sospensione ricevuta per gesti sessisti in Aula al Senato. E aggiunge che lo porterà avanti “fino a quando non avrò avuto soddisfazione e non mi sarà resa giustizia”.

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