Fisciano (Salerno) – Sono sempre attuali i dibattiti intorno ai casi di individui con capacità di partecipazione sociale fortemente compromesse. Le categorie maggiormente vulnerabili sono le persone senza fissa dimora, i disabili, i detenuti o ex-detenuti, le persone con dipendenza da sostanze e dal gioco, gli anziani, gli immigrati, i rom, le famiglie numerose o monoparentali, i minori.
Su questi aspetti tematici si è consolidata la tradizione di ricerca di Giuseppe Imbucci, insigne storico dell’Ateneo salernitano, scomparso dieci anni fa. Gli ambiti della sua attività di ricerca hanno spaziato dalla storia della povertà ai comportamenti di gioco, dall’emigrazione agli intrecci profondi tra storia e contesti sociali.
In ricordo della sua figura il Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione dell’Ateneo di Salerno ha organizzato la tavola rotonda sul tema: “Vecchie e nuove povertà”, nell’aula Gabriele De Rosa del Campus di Fisciano, a cui hanno preso parte, oltre ad importanti studiosi di diverse università italiane, anche il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli.
“Un’istituzione è degna di questo nome quando ha il dono della memoria. – ha dichiarato il Rettore Tommasetti – La nostra Università, a dieci anni dalla scomparsa del professore Imbucci, non ha dimenticato la sua radice di uomo e di docente, la sua opera, la sua attività e l’impegno profuso per questo Ateneo, e soprattutto la sua capacità di fare scuola. Il tema da lui tanto studiato, quello delle povertà sociali, ha attraversato tutti i suoi studi ed alimentato le sue ricerche, catturando l’attenzione e il coinvolgimento di diversi docenti provenienti dalle altre università italiane che partecipano al dibattito di oggi. Ci onora, in questa occasione, la presenza del cardinale Sepe, la cui opera pastorale è evidente a tutti noi, così come il suo impegno che parte da una città complessa come Napoli e si irradia in tutto il Mezzogiorno. La sua visita al nostro campus testimonia la rinnovata vicinanza all’Ateneo salernitano e rappresenta per noi un motivo di forte orgoglio e fiducia”, ha concluso il Rettore.