Roma – E’ pronto il testo definito del tanto discusso sinodo sulla famiglia. La notizia è stata confermata da padre Federico Lombardi che ha detto: “Nel pomeriggio di venerdì si è riunita la commissione dei 10 incaricata della stesura della Relatio finalis”.
“La commissione – ha proseguito – che ha valutato le 248 osservazioni giunte in seguito alla lettura e al dibattito sul progetto di relazione finale, ha lavorato intensamente e questa mattina abbiamo avuto in aula un testo definitivo in cui sono state integrate diverse di queste proposte ulteriori”.
“Il testo – ha riferito Lombardi – si compone di 94 punti che saranno votati punto per punto, questa mattina è stato letto integralmente in assemblea, ed era necessario perché esiste solo il testo in italiano, e la lettura consentiva di tradurre simultaneamente”.
“La segreteria generale – ha aggiunto – si è anche messa a disposizione se qualcuno aveva bisogno di ulteriore aiuto, da qui a oggi pomeriggio, in modo che i padri possano votare con conoscenza di causa sul testo”.
Il testo è stato letto in italiano dal cardinale Damsceno Assisi, dal card. Peter Erdo e da monsignor Bruno Forte. “Alla fine – ha concluso Lombardi – è intervenuto il cardinale Erdo per un intervento brevissimo ma molto importante: ha comunicato che tutto il testo era approvato all’unanimità dalla Commissione e da questa sottoposto all’assemblea, senza alcuna riserva”.
Uno dei punti più discussi è la possibilità di dare la comunione ai divorziati. La scelta migliore, fanno sapere dal Vaticano, è di analizzare caso per caso e decidere cosa è più giusto fare. “Il punto più importante non sarà un si o un no: posta così sarebbe una falsa questione perché le situazioni sono diverse. Si tratterà di discernere le situazioni e accompagnarle secondo le esigenze. Il documento finale, dunque, darà criteri non solo per l’accesso a sacramenti ma soprattutto per accompagnamento le situazioni irregolari come quella dei divorziati risposati. Vi invito a pensare che non c’è il bianco e il nero, e quindi non basta un semplice sì o no. C’è invece un obbligo, per amore della verità, di esercitare un discernimento tre le situazioni diverse”, ha dichiarato il cardinale Christoph Schoenborn.
Il documento finale sarà sottoposto al voto dei vescovi in serata.