Si intitola “Alaska” il nuovo film che vede protagonisti Elio Germano e Àstrid Bergès-Frisbey nei panni di due anime alla deriva che s’incontrano, si amano e si perdono l’uno nell’altro. Claudio Cupellini alla regia. Il film è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma e sarà nelle sale dal prossimo 5 novembre.
A sentire chi siede dietro la macchina da presa, si tratta di una pellicola che, contestualizzata in Europa, porta a continui cambiamenti di ambiente, dal momento che “i fatti della vita portano gli esseri umani a continui spostamenti sia geografici sia esistenziali, come in una giostra infernale dalla quale è impossibile scendere…Non c’è un giudizio, in questa storia, sull’ambizione che anima la vita dei protagonisti. Non c’è una morale prefabbricata. C’è la vicinanza, lo sguardo colmo di empatia nei confronti di chi persegue con tenacia un obiettivo illusorio e cerca di avere di più perché non ha altro modo di declinare la propria esigenza di essere riconosciuto e amato”.
L’avventura dell’amore tra Fausto e Nadine, cameriere in un hotel di lusso e aspirante modella, comincia quando i due si incontrano su un tetto parigino e subito si riconoscono perché uniti dallo stesso senso di estraneità dal mondo che li circonda.
“Un film fatto di pancia, che riguarda la sfera dell’irrazionale – dice l’attore Elio Germano – ma anche una storia in cui l’amore rappresenta un atto rivoluzionario, di resistenza”. I due sono affamati di vita e di denaro, vogliono trovare il loro posto sicuro nel vuoto che sentono intorno, in una disperata corsa all’oro. “Fausto è una figura scomoda in un mondo che chiede controllo e freddezza. – riflette Germano – Lui e Nadine trovano un equilibrio passando per tutti gli estremi possibili e alla fine imparano quanto contano i sentimenti, ritenuti un ostacolo quando si è alla ricerca di carriera e denaro”.
“Questo film è fatto di personaggi fatti di carne viva e ha richiesto un importante lavoro sulle lingue – continua il protagonista – e una preparazione approfondita per restituire l’imprevedibilità dei protagonisti, che non hanno la verità in tasca e vengono continuamente trascinati in direzioni diverse”.