CASERTA. La commissione garanti del Pd ha escluso il consigliere regionale campano Nicola Caputo dalla lista dei candidati alla Camera nel collegio Campania2.
Il politico originario di Teverola (Caserta), vincitore delle primarie casertane del partito di Bersani, era stato inserito al numero 4 della lista. Insieme a Caputo sono stati esclusi Vladimiro Crisafulli di Enna, Nino Papania di Trapani, mentre Bruna Brembilla e Antonio Luongo hanno rinunciato volontariamente. Nessun problema per Rosaria Capacchione, la giornalista del Mattino, capolista al Senato, e imputata per calunnia nei confronti di un luogotenente della Guardia di Finanza.
Ragioni di opportunità, questa la motivazione dellorganismo interno al Pd presieduto dallex ministro Luigi Berlinguer. Lultima parola, ora, spetta al comitato elettorale centrale.
Presidente della Commissione Trasparenza del consiglio regionale della Campania, Caputo si è classificato primo, lo scorso 29 dicembre, alle primarie del centrosinistra in provincia di Caserta con 5988 preferenze, alle quali aveva preso parte grazie a una deroga concessagli dai vertici nazionali del Pd. La scorsa settimana Caputo ha ricevuto uninformazione di garanzia nellambito dellinchiesta condotta dalla procura di Napoli sui presunti illeciti nei rimborsi in Regione. L’ipotesi di reato è truffa.
Non sono candidabile a loro dire perchè la deroga che mi è stata concessa per partecipare alle primarie (già tenutesi) è decaduta… Non è un sistema serio basato su regole. Comunque non ho avuto alcuna comunicazione ufficiale, scrive Caputo sul suo profilo facebook.
Sono esterrefatto. – commenta il politico casertano – Ho detto che sto in un partito difficile. Mi chiedo quanto valgono le regole? Basta un solo un avviso di garanzia per mettere uno fuorigioco. Nelle prossime ore valuterò con gli amici cosa fare: non so se nel partito, che ho definito un partito difficile, valgono il gioco delle correnti o la rappresentanza sul territorio.
In merito alla vicenda giudiziaria, Caputo sottolinea: Sono già stato sentito dai magistrati. A Roma hanno discusso per quattro giorni: chiedete a loro perché hanno assunto questa decisione. Le regole valgono dappertutto – ha concluso Caputo- in tutte le regioni? Vorrei saperlo.