Truffa su contributi assistenziali: arrestati due funzionari dell’Inail di Caserta

di Redazione

Caserta – In arresto due funzionari dell’Inail di Caserta, Raffaele Raimondo, 51 anni, di Grazzanise, finito in carcere, e Antonio Valletta, 55, di Capua, ai domiciliari.

Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza di Caserta, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, hanno consentito di acquisire un grave quadro indiziario in capo agli indagati per i delitti di truffa e tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, perpetrata a danno dell’ente assistenziale, nonché di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.

Dopo aver esaminato una copiosa documentazione e ascoltato numerose persone informate sui fatti, i finanzieri hanno accertato l’indebita corresponsione di contributi di natura assistenziale in favore di 96 persone, fra il 2013 ed il 2014. È stato, in tal modo, scoperto un sistema truffaldino ai danni dello Stato, consistito nella fraudolenta variazione, ad opera dei due funzionari Inail, di voci negli “statini paga” di soggetti collocati in pensione per invalidità.

In particolare, i due indagati hanno provveduto a modificare i dati retributivi delle rendite consolidate (spettanti a coloro che hanno un grado di inabilità permanente) e della misura degli assegni di incollocabilità (riferiti agli invalidi del lavoro che si trovino nell’impossibilità di fruire dell’assunzione obbligatoria), nonostante l’assenza di qualsiasi presupposto giustificativo. In tal modo, l’Inail procedeva ad erogare rendite e/o assegni di incollocabilità, con i relativi arretrati, procurando l’ingiusto profitto in capo ai beneficiari, per un ammontare complessivo superiore ai tre milioni di euro.

Analogo sistema truffaldino, a favore di ulteriori dieci persone, per un totale di oltre 160 mila euro, è stato bloccato per effetto del tempestivo intervento determinato dalle indagini in corso.

Dalle indagini è anche emersa la corruzione di uno dei funzionari, atteso che lo stesso, per modificare i dati retributivi delle rendite in favore di due beneficiari, ha ricevuto dai medesimi circa 15 mila euro, vendendo così la propria funzione pubblica e piegandola a biechi interessi privati, con grave danno per l’erario dello Stato e l’immagine della Pubblica amministrazione.

La Procura ha chiesto ed ottenuto dal giudice per le indagini preliminari il sequestro preventivo di somme di denaro nei confronti dei beneficiari delle prestazioni, fino a concorrenza, per ciascuno di essi, dell’importo illecitamente percepito, nonché il sequestro di somme di denaro e di beni nei confronti degli indagati sino a concorrenza dell’importo complessivo illecitamente sottratto all’ente previdenziale: oltre tre milioni di euro.

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