Avellino, due operai si incatenano alla Irisbus

di Redazione

 AVELLINO. Due operai della Irisbus di Valle Ufita, in provincia di Avellino, si sono incatenati ai cancelli della fabbrica dismessa dalla Fiat nel luglio del 2011.

Salvatore D’Amato e Alessandro Mongiello, questi i loro nomi, con la loro protesta intendono richiamare l’attenzione delle forze politiche e dei candidati irpini sullo smantellamento delle linee produttive dedicate alla produzione di autobus.

Secondo quanto sostengono fonti sindacali, Fiat Industrial “avrebbe siglato una joint venture per la costruzione di autobus in Sud Africa dove verrebbero trasferiti anche i macchinari di Valle Ufita, l’unico stabilimento italiano per la produzione di autobus”.

Attualmente, i lavoratori della Irisbus, circa 400, sono in cassa integrazione fino a dicembre 2013 mentre altri 200 sono stati ricollocati in altre aziende del gruppo Fiat o finiti nel limbo degli “esodati”. Gli operai denunciano anche “l’inerzia del governo che nei numerosi incontri al ministero dello Sviluppo Economico” non avrebbe assunto comportamenti e soprattutto decisioni, a cominciare dal piano nazionale del trasporto pubblico, in grado di far recedere la Fiat dalla decisione di chiudere lo stabilimento avellinese.

Lo smantellamento delle linee produttive “vanificherebbe anche l’ipotesi di costituire una nuova società, guidata da Finmeccanica, per riprendere la produzione di autobus in Valle Ufita con il marchio Menarini”.

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