E’ morto l’ex sindaco di Caserta Luigi Falco

di Redazione

Luigi FalcoCASERTA. Luigi Falco, sindaco di Caserta dal 1997 al 2005, è morto all’età di 61 anni nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Piedimonte.

Già primario nel reparto di neonatologia nell’ospedale di Caserta, negli ultimi tempi alla guida dell’Udeur casertano come commissario provinciale, Falco era stato ricoverato d’urgenza per un edema polmonare, lo stesso che qualche tempo fa lo aveva colpito costringendolo a stare a lungo lontano dalla vita pubblica.

“Con la scomparsa di Luigi Falco se ne va un politico appassionato, dotato di una forte personalità e di un’ottima capacità comunicativa. Di lui, che ha governato per otto anni la città di Caserta, ricorderò sempre la tenacia e la forza con la quale perseguiva i suoi progetti”.

A dichiararlo è stato il presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi, che ha così commentato la scomparsa dell’ex sindaco di Caserta. “Negli ultimi anni – ha proseguito Zinzi – ci siamo fronteggiati da avversari politici ma tra noi non sono mai venuti meno il rispetto e la stima. Con Luigi Falco la città di Caserta e la sua provincia perdono un protagonista della vita politica e un uomo coerente con i propri ideali”. “E’ morto Gigi Falco. Un uomo buono che mi voleva bene. Le sue parole, che non rivelo e che saranno sempre e solo mie, nei giorni scorsi mi avevano aperto il cuore e rasserenato”. Queste le parole del sindaco di Caserta Pio Del Gaudio. “Lunedì dichiareremo il lutto cittadino. – annuncia il sindaco – E’ una volontà unanime e un riconoscimento che mi chiedono tutti gli amici del Consiglio comunale”.

Numerosi gli attestati di cordoglio. “Con Gigi Falco perdo un amico sincero e affettuoso, medico di valore, ottimo sindaco di Caserta e vero animale politico. Con Gigi abbiamo condiviso momenti belli di politica e amicizia. Mancherà molto a noi e alla sua città”. Così il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino.

L’ex sindaco Nicodemo Petteruti: “Ero suo avversario dichiarato da quando fu eletto in quel lontano 1997, non ho mai condiviso la sua visione della vita e, soprattutto, della politica e dell’amministrazione della città. Per lunghi anni sono stato una spina nel suo fianco, vigile e attento, e lui sapeva che c’ero ma mi accettava. Come avversario, mai come nemico”. Un rispetto reciproco ha governato i suoi rapporti con me, anche dopo la mia elezione a sindaco, che, invertendo i ruoli, non cambiò la reciproca considerazione. Si parlava comunque tra “uomini”, dotati di adeguata formazione culturale, a confronto con posizioni distanti anni luce, ma consapevoli, ciascuno, della dimensione dell’altro. Il quarantunesimo consigliere mi chiamava, nelle notti in cui assistevo alle sue riunioni di Consiglio, a volte unico sopravvissuto tra gli spettatori notturni, accolto sempre con la consapevolezza di una presenza censoria, mai con fastidio. Sulla sua scrivania, nei primi anni, tenne l’articolo da me pubblicato alla scadenza del mandato di assessore ai Lavori Pubblici di Bulzoni, nel 1997, il cui titolo era L’eredita’ che lascio al polo. Me lo mostrò nel corso di una riunione tecnica alla quale intervenivo in veste professionale. Fui accolto con la cordialità che si può riservare, appunto, a un avversario, non a un nemico. E’ questo il mio ricordo e lo riferisco con rispetto, sinceramente dispiaciuto”.

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