Salerno – Continua l’inchiesta che vede protagonista la Tecnis, colosso imprenditoriale del Sud Italia, che si è aggiudicata appalti pubblici per quasi 800 milioni di euro l’anno.
Dalla metropolitana catanese, ai lavori dell’anello ferroviario e del collettore fognario di Palermo, passando per il porto di Catania, quello di Ragusa, l’interporto di Catania oltre al collegamento stradale Porta Ovest a Salerno e ad altre centinaia di commesse che hanno fatto della Tecnis la prima impresa del Sud Italia.
E dalla prefettura di Catania, come riportato da Repubblica, arriva la sospensione del certificato antimafia per l’azienda catanese. L’interdittiva è stata disposta dal prefetto di Catania, Maria Guia Federico.
Francesco Domenico Costanzo e Concetto Bosco Lo Giudice, finiti ai domiciliari, erano infatti noti anche per le loro battaglie contro il racket delle estorsioni e per avere siglato protocolli di legalità in ogni appalto. Domenico Costanzo, in particolare, era tra i favoriti nel rinnovo dei vertici di Confindustria Catania.
Adesso, invece, l’intero comparto economico sarebbe a rischio. Ora si profila la nomina di un amministratore giudiziario della Tecnis. L’arrivo di un commissario scongiurerebbe il blocco delle opere. Sospensione del certificato antimafia, Tecnis: pronti a collaborare con la prefettura.
Intanto, il cda di Tecnis ha delegato immediatamente i suoi legali a rappresentare al prefetto di Catania “la più ampia collaborazione, al fine di individuare il percorso più rapido ed efficace per garantire la continuità nell’attività di impresa ed il rispetto degli accordi di ristrutturazione dei debiti, in corso di perfezionamento con i fornitori ed il sistema bancario”. Così, in una nota, l’azienda catanese.
Il provvedimento, notificato il 12 novembre, è, sottolinea l’azienda, “fondato su argomentazioni coperte da segreto di ufficio e quindi non divulgabili senza incorrere in sanzioni penali”. Tecnis ha comunque voluto precisare che “il prefetto di Catania ha subito manifestato grande sensibilità, comunicando alle stazioni appaltanti l’intenzione di valutare l’applicazione delle misure di commissariamento delle imprese, previste dalla legge, per garantire la continuità di funzione ed i servizi indifferibili per la collettività, nonché per salvaguardare i livelli occupazionali”.