Esce il prossimo 20 novembre il nuovo album di Enya, “Dark Sky Island”. Un prodotto musicale che ha coinvolto, assiduamente, dalla primavera del 2012 tutto il team dell’artista, dal produttore Nicky Ryan e dalla paroliera Roma Ryan.
Ispirato dal lavoro di Roma ad una serie di libri di poesie su delle isole e in particolare sulla decisone di nominare l’isola di Sark come “dark sky island”, la title track dell’album è stata la prima ad essere stata scritta per questa nuova raccolta. D’altronde Enya non è esente da successi: che anche quest’album possa collocarsi nell’olimpo nelle grandissime conquiste della cantante?
Dopo 75 milioni di album venduti, 4 Grammy Awards; 6 World Music Awards, un Ivor Novello, una nomination agli Oscar, una ai Golden Globe e 7 album da studio (oltre al greatest hits ‘Paint The Sky With Stars’) che hanno dominato le posizioni più alte delle classifiche in tutto il mondo, Enya inizia un nuovo capitolo della sua carriera, segno della necessità instancabile dell’artista di innovarsi, continuamente.
Il primo singolo estratto dall’album si intitola ‘Echoes in Rain’. L’irresistibile euforia che pervade tutto il brano ha fatto sì che inevitabilmente ricadesse su questo la scelta della prima traccia introduttiva al nuovo album. Pur condividendo con ‘Orinoco flow’ – uno dei maggiori successi di Enya – lo stesso tema legato ai viaggi avventurosi, viene celebrata, a ritmo di marcia, l’aspettativa della fine del viaggio. ‘Echoes in Rain’ condivide con ‘Orinoco flow’ un’altra curiosità. Nel 1988, ‘Orinoco Flow’ è stata l’ultima canzone ad essere stata registrata per l’album ‘Watermark’, ed è diventata un successo globale. Anche in questo caso, ‘Echoes in Rain’ è stato l’ultimo brano che è andato a completare l’album, ed anche il primo ad essere scelto come singolo.
Dal punto di vista musicale, ‘Dark Sky Island’ è una collezione di brani molto diversi tra loro, ma che hanno tutti la stessa impronta di produzione stilistica che fa da trait d’union: un po’ a la ‘Spector’ per la sontuosità, i suoni si sovrappongono uno sull’altro creando un effetto avvolgente ed ampio. Il brano di apertura ‘The Humming’ spicca immediatamente per la magia che riesce a creare già dal primo ascolto, in modo quasi subliminale. Per contrasto, ‘Even In The Shadows’ pulsa con un ritmo insistente, mentre ‘I Could Never Say Goodbye’ è un inno scarno carico di bellezza contemplativa. ‘Sancta Maria’ unisce sintetizzatori e strumenti classici per creare un paesaggio sonoro etereo che potrebbe benissimo trovare una collocazione sia nel passato che nel futuro. E’ quasi come se fosse l’intera storia del suono incapsulata in quattro ipnotici e ultraterreni minuti.
“Questo album parla di viaggi -dice Enya- viaggi verso l’isola, lunghi tutta una vita, attraverso la storia, attraverso le emozioni e viaggi attraverso i grandi oceani. Benché non sia un vero e proprio album tematico, c’è questa sorta di filo conduttore che attraversa le canzoni”.
Un concetto che trova dimostrazione in ‘The Humming’, un brano che riflette sul ciclo dell’universo e sugli effetti del suo cambiamento; esplorazione intergalattica che si estende anche a ‘The Forge of the Angels’ e ‘The Loxian Gates’, che continua l’uso della lingua Loxian creata da Roma e resa celebre dai tre brani del 2005 inclusi nell’album ‘Amarantine’. E’ un racconto futuristico che nasce nel lontano 1986, quando Enya si è imposta all’attenzione del pubblico con il suo album di debutto, la colonna sonora del documentario della BBC “The Celts”.Il pre-oreder di ‘Dark Sky Island’ è disponibile sia nella versione CD che digital download, con ‘Echoes in Rain’ come “istant grat track”. La versione deluxe dell’album contiene inoltre le esclusive: ‘Solace’, ‘Pale grass blue’ e ‘Remember your smile’.