Imprenditore si ribella al pizzo: 8 arresti nel Catanese

di Redazione

Belpasso (Catania) – I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Catania hanno proceduto all’arresto in flagranza di Mirko Presti ed al fermo di indiziato di delitto di Antonino Bonaccorsi, Francesco Carmeci, Gaetano Doria, Rosario La Rosa, Carmelo Aldo Navarria, Gianluca Presti e Antonino Prezzavento, ritenuti a vario titolo responsabili del reato di estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso.

I provvedimenti scaturiscono dall’esito di un’attività info-investigativa sviluppata qualche mese fa dai carabinieri del comando provinciale di Catania dalla quale era emerso che un imprenditore di Belpasso ed il suo socio, titolari di un’azienda operante nel settore edile, verosimilmente, erano sottoposti, da tempo, al pagamento del cosiddetto “pizzo” al gruppo mafioso egemone in quel territorio collegato alla famiglia Santapaola-Ercolano e capeggiato da Carmelo Aldo Navarria, recentemente scarcerato dopo oltre 26 anni di detenzione, già elemento di spicco del sanguinario gruppo di Giuseppe Pulvirenti, inteso “U’ Malpassotu”.

I militari del nucleo investigativo, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia etnea, hanno avviato così un’attività di indagine nei confronti di soggetti ritenuti “operativi” nel territorio di Belpasso nonché il monitoraggio, a sua insaputa, dell’imprenditore e della sua ditta. Nel tardo pomeriggio del 19 novembre Mirko Presti, a bordo della sua autovettura, è giunto presso il luogo monitorato ed i militari hanno filmato la consegna di denaro (300 euro) tra l’imprenditore ed il soggetto giunto pochi istanti prima.

A questo punto i Carabinieri sono intervenuti ed hanno bloccato l’estorsore. Una volta giunti presso gli uffici del Comando Provinciale l’imprenditore ed il suo socio inizialmente hanno negato fermamente di essere sottoposti ad estorsione e, solo dopo molte ore, anche a seguito di puntuali contestazioni dei militari, tra cui l’esibizione di un referto medico dal quale emergeva che uno di loro, tempo addietro, aveva riportato la frattura traumatica del bacino, hanno ammesso che da oltre un anno Aldo Navarria aveva imposto il pagamento di una somma di 1000 euro al mese poi portata a 600 euro (in due rate quindicinali da 300 euro) viste le difficoltà in cui versava l’azienda, nonché aveva tolto loro la disponibilità di un terreno.

La paura aveva indotto l’imprenditore a non andare subito al pronto soccorso dopo il pestaggio nel timore che qualcuno gli chiedesse come si fosse procurato ferite tanto gravi. La vittima si era presentata all’ospedale solo dopo alcuni giorni allorché la sofferenza per i traumi riportati è diventata insopportabile.

Subito dopo l’arresto in flagranza di reato di Mirko Presti, i carabinieri del comando provinciale hanno proceduto così, nel corso della medesima notte, al fermo di indiziato di delitto di altri sette soggetti, tra cui Aldo Navarria, coinvolti nella vicenda. Lunedì mattina il Giudice per le Indagini Preliminari di Catania ha convalidato, su richiesta della Procura Distrettuale della Repubblica, il provvedimento pre-cautelare ed ha disposto la custodia in carcere a carico degli otto soggetti.

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