Brescia, imprenditore scomparso: indagati due operai e due nipoti

di Redazione

Brescia – Forse c’è una svolta nel caso dell’imprenditore Mario Bozzoli, scomparso a Marcheno, nel Bresciano. Quattro persone sono indagate in stato di libertà. Si tratta di due operai, Oscar Maggi e il senegalese Abu, e di due nipoti, Giacomo e Alex Bozzoli, figli di Adelio, proprietario, insieme a Mario, della fonderia che gestivano. Le ipotesi di accusa sono di concorso in omicidio volontario e distruzione di cadavere.

Tutti sono stati sentiti in presenza dei rispettivi avvocati dal comando provinciale dei carabinieri. I militari dell’Arma hanno eseguito perquisizioni nelle case di addetti dell’azienda e dei nipoti dell’imprenditore.

I quattro erano presenti nella fonderia di Marcheno la sera della scomparsa dell’imprenditore, l’8 ottobre. Alle 19.30 Bozzoli aveva telefonato alla moglie e da allora non si è saputo più nulla. Un dipendente aveva dichiarato che alle 19.40 c’era stata una fumata anomala da un forno. Poi un’altra scomparsa, il 14 ottobre, quella di Giuseppe Ghirardini, 50enne della Val Trompia, l’operaio addetto proprio a quel forno. L’uomo fu ritrovato cadavere pochi giorni dopo nei boschi di Ponte di Legno. E’ morto dopo avere ingerito del cianuro.

Il sospetto, dunque, è che l’imprenditore sia stato gettato nel forno della fonderia. La pista dei dissidi in famiglia è sempre stata quella maggiormente seguita dagli inquirenti. Irene Zubani, moglie dell’imprenditore scomparso, aveva riferito agli inquirenti di tensioni all’interno della famiglia dovute al “cambio generazionale dei vertici dell’azienda”. Il fratello di Mario, padre dei due ragazzi, ha comunque negato più volte il coinvolgimento dei familiari nella vicenda della scomparsa dell’uomo.

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