Dopo 18 mesi di battaglia contro il cancro David Bowie, una delle più grandi rockstar di tutti i tempi, se n’è andato per sempre, lunedì mattina. Aveva compiuto 69 anni lo scorso 8 gennaio, data di uscita del suo ultimo album, Blackstar.
La notizia è stata pubblicata sugli account social ufficiali dell’artista britannico e confermata su Twitter anche dal figlio Duncan. “Mentre molti di noi condivideranno questa perdita – si legge sul profilo del social network – vi chiediamo di rispettare la privacy della famiglia in questo momento di dolore”.
Nato a Londra l’8 gennaio 1947, il suo vero nome era David Jones ma lo cambiò agli albori della sua scalata verso il successo internazionale. Aveva iniziato suonando il sassofono ma la sua ecletticità lo ha portato a esprimersi attraverso le tante declinazioni che la musica rock consente. Attivo dalla metà degli anni Sessanta, Bowie ha attraversato cinque decenni di musica rock, reinventando nel tempo il suo stile e la sua immagine e creando alter ego come Ziggy Stardust, Halloween Jack, Nathan Adler e The Thin White Duke (noto in Italia come il “Duca Bianco”). Dal folk acustico all’elettronica, passando attraverso il glam rock, il soul e il krautrock, Bowie ha lasciato tracce che hanno influenzato tantissimi artisti.
Dopo gli esordi nel rhythm & blues con alcuni gruppi studenteschi – Konrads, King Bees, Manish Boys – il musicista londinese inizia la carriera solista nel 1967 con il suo album di esordio che porta il suo nome a cui segue due anni dopo Space Oddity, un viaggio nel folk-rock psichedelico caratterizzato da ballate intimiste e che contiene la canzone che da il titolo all’album, liberamente ispirata al film di Stanley Kubrick 2001: Odissea nello Spazio. Quasi un disco all’anno: il terzo album The Man Who sold the World è un omaggio a Nietzsche mentre il quarto Hunky Dory è dedicato ai miti americani come Bob Dylan, Andy Warhol e Lou Reed.
La consacrazione a re del rock arriva con l’album The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars (1972) che contiene molti dei suoi classici, ripetuti in qualunque concerto anche a trent’anni di distanza, da Starman a Moonage Daydream, da Rock ‘n’ Roll Suicide a Ziggy Stardust.
A partire dagli anni Settanta anche l’immagine ambigua e sessualmente trasgressiva contribuisce alla sua fama. Decisivo l’incontro con Brian Eno, altro reduce dal glam rock dei primi settanta con i Roxy Music del dandy Bryan Ferry. Altrettanto decisivo un successo ormai consolidato che permette all’artista di sperimentare soluzioni nuove senza inseguire il riscontro commerciale. Nel frattempo il personaggio non è più l’androgino Ziggy Stardust ma un thin white duke (“sottile duca bianco”) dalle inquietanti suggestioni androgine sotto uno stile musicale esteriormente sempre più virile, colto, e raffinato. Nel 1974 il trasferimento negli Stati Uniti e la pubblicazione di Diamond Dogs risultato di due differenti idee: un abortito musical basato sul futuro apocalittico descritto nel romanzo di George Orwell 1984, e le prime influenze soul e funk che iniziarono ad insinuarsi nella musica di Bowie. Il disco diventò numero uno in Gran Bretagna, contenendo brani di successo come Rebel Rebel e Diamond Dogs, e numero cinque negli Stati Uniti. Per promuoverlo, Bowie diede il via allo spettacolare Diamond Dogs Tour. L’anno successivo arrivò Young Americans (1975), nel quale l’artista, smessi definitivamente i panni dell’eroe glam rock, si gettò a capofitto nella musica nera americana.
Negli anni Ottanta Bowie investe molto di più nella carriera di attore cinematografico e teatrale e si dedica moltissimo ai suoi tour, mentre la produzione discografica si basa per tutto il decennio su un raffinato quanto generico pop. Di quest’epoca sono le sue interpretazioni in Miriam si sveglia a mezzanotte, Absolute Beginners, L’ultima tentazione di Cristo.
David Bowie era sposato dal 1992 con la top model somala Iman Mohamed Abdulmajid ed ha due figli, Duncan Zowie Haywood (nato nel 1971 dal precedente matrimonio con Mary Angela Barnett) e Alexandria Zahra (nata nel 2000), oltre a Zulekha, nata dal precedente matrimonio di Iman. Nel 2008 è stato inserito al 23esimo posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rolling Stone. Nel 2007 è indicato dalla rivista Forbes come il quarto cantante più ricco del mondo.
L’8 gennaio scorso la pubblicazione della sua ultima opera, Blackstar. Contemporaneamente era stato pubblicato anche il nuovo video Lazarus in cui il Duca Bianco appare come l’amico di Gesù che avvolto dalle bende risorge dalla morte. Già numero uno delle classifiche britanniche il suo ventisettesimo album da studio è uscito a tre anni dall’ultimo disco ‘The Next Day’, rilasciato nel marzo 2013. Due settimane fa lo stesso Bowie aveva annunciato il ritiro “definitivo e irrevocabile” dai palcoscenici che non frequentava dal 2006.