Prato – Ammontano a ben a 4 milioni di euro i redditi evasi nel settore degli affitti immobiliari contestati dalla Guardia di Finanza di Prato nel corso di un’intensa e prolungata attività di lotta all’evasione fiscale, tutt’ora in fase di esecuzione.
Ad essere scoperto un vasto panorama di condotte illecite tenute dai proprietari per aggirare gli obblighi impositivi: in alcuni casi infatti, i contratti non venivano proprio stipulati, affidandosi ad accordi verbali, in altri venivano mascherati dietro fittizi contratti di comodato gratuito mentre, in altri ancora, se pur sottoscritti non venivano registrati, oppure riportavano un canone inferiore rispetto a quello realmente percepito. La stipula del “fittizio” contratto di comodato ha rappresentato la condotta illecita più in voga.
L’atto “tipo” riportava un periodo di occupazione dell’immobile pari a 30 giorni, mensilmente rinnovato a fronte del pagamento “a nero” del canone pattuito. I contratti regolarmente registrati, invece, prevedevano un canone di locazione praticamente irrisorio (200-300 euro) a fronte della corresponsione di un canone effettivo ben più elevato, pari a quattro o cinque volte quello indicato.
Ad essere colpiti 35 soggetti economici, 11 dei quali completamente sconosciuti al Fisco, nei cui confronti i finanzieri hanno avviato 28 controlli e 7 verifiche fiscali con conseguente constatazione di circa 4 milioni di euro di redditi non dichiarati, una imposta di registro evasa per oltre 14 mila euro, Irap evasa per 106 mila euro e violazioni in materia di Iva per circa 450 mila euro.
Le indagini, rientranti in un piano di controllo economico del territorio volto al contrasto dell’evasione fiscale nello specifico settore sono state precedute da una preliminare attività di intelligence che ha evidenziato criticità nei confronti sia di persone fisiche che di persone giuridiche, fra le quali 2 società immobiliari.
Le operazioni di controllo hanno permesso di accertare locazioni “a nero” su complessive 83 civili abitazioni affittate a 16 cittadini italiani e a 67 cittadini stranieri (di cui 39 di origine cinese) e su 32 locali commerciali (negozi e capannoni) affittati a 9 imprenditori italiani ed a 23 ditte cinesi.