E’ un annuncio shock quello fatto da Francesca Michelon, una donna, oggi 32 anni, figlia a sua dire di Stefano D’Orazio, batterista dei Pooh.
A darle la notizia fu nel 2006 la madre Oriana Bolletta che, secondo la sua versione, nel 1983 rimase incinta del batterista. La relazione finì e lei tornò dal marito, ma nove mesi dopo diede alla luce una bambina.
Ma Francesca, che ora vive a Roma, ha cominciato a cercare il musicista tentando di frequentarlo e recuperare il tempo perso. Padre e figlia si sono frequentati per un po’, ma poi il loro rapporto si è deteriorato.
Una tesi quella espressa dalla madre della 32enne che in parte è stata confermata da una sentenza del tribunale di Venezia che ha certificato che Diego Michelon, l’uomo che l’ha cresciuta, non è il suo padre naturale: all’uomo è stato sancito il disconoscimento di paternità in base ai risultati delle analisi del Dna.
Così, chiusa questa causa, Francesca ha avviato nel 2014 un’azione di riconoscimento di paternità davanti al tribunale di Marsala, competente perché D’Orazio ha la residenza a Pantelleria. Assistita dagli avvocati bolognesi Luca Pozzolini, Francesco Stefanelli e Francesca Ursoleo, ha trascinato davanti al giudice il batterista, che ha sempre negato tutto.
La sua versione – come scrive il Resto del Carlino – è che non ci fu alcuna relazione fra lui e Oriana Bolletta, ma solo due fugaci incontri nell’83 e nell’84. Difficile, per la difesa, che il solo incontro avvenuto nell’84 possa essere all’origine della paternità.
Il giudice ha ordinato il test del Dna, ma D’Orazio non si è presentato. I suoi legali chiedono che sia dichiarata non valida la sentenza di disconoscimento pronunciata a Venezia (perché fatta oltre i termini di legge), senza la quale non si può intraprendere quella di riconoscimento. I legali di Francesca la ritengono invece solo una tattica dilatoria e hanno depositato una istanza di lite temeraria ovvero un’azione legale messa in opera con malafede. Al batterista chiedono quindi il mantenimento retroattivo dal momento della nascita, più i danni esistenziali, per un totale di due milioni e mezzo di euro. “Ma non è certamente quello economico l’aspetto più importante, spiegano. I legali di D’Orazio, invece, ribattono che tutta l’operazione mira solo all’interesse economico.