Aversa – Fine settimana all’insegna della cultura nell’ampio e accogliente atrio del Liceo Scientifico “Fermi” di Aversa, gentilmente concesso dal dirigente scolastico Adriana Mincione, dove è stato presentato “Quattro calci nel villaggio” opera prima dello scrittore Gennaro Pacilio (guarda il video della presentazione)
L’evento letterario, è stato organizzato dai rappresentanti d’istituto degli studenti che hanno voluto chiudere la settimana, prima della pausa di due giorni, considerato che lunedì 25 ad Aversa le scuole sono chiuse per la festività di San Paolo, patrono della città. Dopo l’introduzione di Silvio Lanza, rappresentante degli studenti nel Consiglio d’Istituto è intervenuto il preside Geppino De Angelis, decano dei giornalisti casertani che ha evidenziato i punti salienti del testo di Pacilio affermando di essersi divertito molto nel leggere alcuni episodi e nel contempo di aver notato le tante differenze tra lo sport e in particolare il calcio di quarant’anni fa rispetto a quello di oggi.
“In quegli anni – ha affermato De Angelis – il calcio era vissuto per pura passione e con tanti sacrifici da parte di chi lo praticava ma anche da parte di tutti quelli che vi gravitavano attorno: genitori, dirigenti e tifosi in particolare. Oggi invece è tutto un ‘business’ e ciò sicuramente non è un bene”.
Il preside De Angelis ha poi commentato l’episodio che ha visto protagonisti Mancini e Sarri (leggi qui) stigmatizzando quanto ha detto l’allenatore del Napoli “ma, sicuramente, il tecnico dell’Inter ha amplificato la vicenda solo per rendere più difficile il trionfale cammino che la squadra partenopea sta facendo in questo campionato. E ciò è il risultato di un ‘business’ esagerato”.
Ha poi preso la parola l’autore che ha spiegato che quanto raccontato nel libro è il frutto di esperienze realmente vissute tra i campi di calcio polverosi della provincia italiana degli anni tra il ’70 e il ’90 del secolo scorso.
“Le storie raccontate sono il frutto di un calcio vissuto per sana e vera passione da parte di giovani e giovanissimi allievi per i quali giocare su un vero campo di gioco era già una vittoria – ha affermato Pacilio – perché abituati a tirare calci sulla piazza del paese in mezzo ad auto parcheggiate, nei cortili dei palazzi o su terreni incolti dove le porte venivano delimitate con un due pietre e ogni volta che il pallone passava nella porta c’era sempre una discussione infinita per stabilire se la palla era entrata o meno. Anche tanti episodi e aneddoti divertenti che hanno accompagnato la vita della squadra di calcio che si è andata a intrecciare con la storia locale”.
Il libro, promosso dalla casa editrice “Zona” di Lavagna (Genova), nella collana Zonacontemporanea, è disponibile in tutte le librerie e anche sui maggiori siti online.