Piazza Marconi verso il restyling: un momento di riflessione…

di Livia Fattore

largo

Aversa – Un momento di riflessione prima di dare il via ai lavori previsti dal progetto di restyling di Piazza Marconi per consentire la realizzazione del Parco Archeologico. Progetto che stravolge ogni previsione del Piano di Recupero del Centro Storico, previsto nel piano triennale delle Opere pubbliche redatto dall’amministrazione commissariale. C’è il concreto pericolo, infatti, che la cosiddetta “opera” sia appaltata a breve. Bisogna, a nostro avviso, proporre una pausa di “riflessione” per giungere ad un avariante pre gara che dovrebbe tener conto di una serie di suggerimenti.

L’attuale piazza nasce da un discutibile intervento demolitivo degli anni Venti del Novecento. “L’odierno largo – si legge, infatti, nel predetto Piano di Recupero – era occupato, fino agli anni Venti del XX secolo, da un isolato, in gran parte impegnato dal monastero di San Girolamo, eretto nel 1499 circa, sul luogo su cui insisteva, dalla seconda metà del XII secolo, il palazzo di Riccardo II, e che disponeva di un chiostro decorato con pitture del XVII e del XVIII secolo.

Nel 1911, le religiose furono aggregate al vicino convento di San Francesco e il loro complesso soppresso due anni dopo. Quest’ultimo doveva versare in cattive condizioni statiche, visto che, nel 1921, dopo cioè otto anni di abbandono, crollò parzialmente. Nel 1924, esso fu demolito interamente, risparmiando l’omonima e antica chiesa, in origine intitolata alla Santa Croce, priva del campanile, rovinato tre anni innanzi, la quale, nel 1928, fu riaperta al culto.

Per ovviare alla grave lacerazione è necessario ripristinare i tracciati stradali storicizzati, documentati dalla planimetria catastale del 1908, impiantando lungo il perimetro dell’isolato, definito dalla fondazione degli edifici distrutti, stretti corpi di fabbrica, di altezza contenuta entro due livelli fuori terra (ad eccezione di limitati tratti, che potranno articolarsi su tre livelli)”.

Il suggerimento consiste nel recepire, in linea di massima, le indicazioni del PRCS, prevedendo, oltre all’ eventuale interramento della attuale strada perimetrale nel tratto che proviene da Vico Volturno, la realizzazione di manufatti che, al livello della piazza sono quasi completamente “permeabili” (trasparenti) cioè costituiti da portici stilizzati che, oltre a dare “permeabilità” (visibilità) ai percorsi pedonali, costituiscono una buona soluzione per un utilizzo ripetitivo della piazza.

Il primo livello, ad una quota di circa + 6,00 dal suolo, è possibile utilizzarlo per gli scopi più svariati, in proprietà almeno trentennale degli investitori che, così, potranno trovare il loro interesse economico nell’equilibrio che dovrà dimostrare di avere una operazione di project financing. Eventualmente può essere previsto l’interramento della strada proveniente da Vico Volturno ottenendo, così, l’accesso ad una quota -3,00 o -4,00 che può ben essere utilizzata per raggiungere e consentire di “percorrere” i piani interrati che si possono ottenere sotto i manufatti che riproducono il contorno dell’ex monastero dove, presumibilmente, verranno ricavati posti macchina per uso degli operatori o, anche, in misura limitata, per i frequentatori.

Prevedendo la sorveglianza della soprintendenza per scoprire eventuali reperti archeologici (basta riservare una somma adeguata), gli scavi necessari per eseguire le opere serviranno anche come “indagini archeologiche”.

In alternativa può anche non essere previsto l’interramento della strada e considerare utili per le indagini archeologiche solo gli scavi per le fondazioni dei nuovi edifici perimetrali alla piazza. Dando, così vita, anche al Parco Archeologico che ci consentirebbe di meglio “leggere” la nostra storia.

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