Napoli – “Rifiuti zero”. Un’idea nata nel 2011 da un principio comunitario: “chi non inquina, non paga”, introdotto nel sistema normativo nazionale con la legge Ronchi del ’97.
Oggi Antonio Cecoro, presidente dell’Assobalneari Campania, che gestisce uno storico stabilimento balneare a Castel Volturno, sul litorale domizio, lancia un progetto di raccolta differenziata che prevede il recupero del 98 per cento dei rifiuti e un risparmio sulle tasse di 20 mila euro, grazie a un accordo con una ditta privata.
“Abbiamo attivato un processo – spiega Cecoro – per far sì che non si producesse più il rifiuto, plastica, carta, vetro vengono riportati nelle singole filiere, l’umido lo trattiamo con una composteria, la prima la comprammo in Inghilterra nel 2010, costava 10 mila euro. I rifiuti sono un servizio non un bene di lucro, industriali, albergatori, condomini di città, tutti possono risparmiare una enormità di tasse e ottenere il risultato ‘rifiuti zero’”.
Ma le amministrazioni comunali, non solo quella di Castel Volturno, sembrano voler mettere i bastoni fra le ruote. Tant’è che Cecoro ha dovuto ricorrere al Tar, che gli ha dato ragione, annullando il regolamento del Comune. Ma l’Ente ha approvato un nuovo regolamento imponendo lo stesso limite precedente allo smaltimento. Da lì un nuovo ricorso. “Quando si capirà che una corretta applicazione della normativa consentirebbe a grossi complessi turistici e industriali, e anche agli agglomerati abitativi urbani, di risparmiare milioni di euro di imposte, il problema rifiuti sarà cancellato”, spiega il presidente dell’Assobalneari.