Stravince ancora Taylor Swift che a 26 anni è ancora la trionfatrice ai Grammy Awards: nell’edizione numero 58 la giovanissima della Pennsylvania porta a casa tre premi.
E fa anche storia dal momento che è la prima donna ad aver vinto due volte il Grammy Awards per il miglior album. L’iniziazione è avvenuta nel 2010 con l’album “Fearless” seguita poi nel 2016 con il riconoscimento a “1989”, l’album che la tiene tuttora nell’olimpo del successo.
Un successo che viene fuori non solo da quel mix di fortuna, bellezza e talento, ma anche da un cervello e da un’anima consapevole di quello che fa e di quel che dice. E la prova arriva dal discorso fatto nel momento del ritiro del premio quando ha detto: “Ho un messaggio per tutte le giovani donne. Ci sarà gente che vorrà appropriarsi del vostro successo, ostacolarvi, prendere il merito di cose fatte da voi o della vostra fama. Concentratevi sul lavoro, non lasciate vincere questa gente. Un giorno, quando sarete arrivate dove volete, vi guarderete intorno e vedrete che le persone che contano sono le altre”. Una voglia di riscatto che era molto forte nelle prime canzoni. Meno nelle ultime. Insomma, una donna matura che dimostra che ne ha fatta di strada prima di arrivare al successo, quello consapevole che non acclama la folla ma che ti riconosci da sola.
Una serata quella dei Grammy che ha visto esultare anche altri artisti. E’ stato, infatti, decretato disco dell’anno il successo di musica dance “Uptown Funk” di Bruno Mars e Mark Ronson. Il titolo di Canzone dell’anno va, invece a “Thinking Out loud” del cantautore inglese Ed Sheeran. Il rapper Kendrick Lamar, arrivato allo Staples Center, il gigantesco palasport di Los Angeles che ospita i Grammy, con 11 “nomination”e deciso a vincere tutto, si è dovuto accontentare del premio per il miglior album rap dato al suo “To Pimp a Butterfly” e di 8 premi degli 83 assegnati nelle categorie minori prima dell’inizio della diretta in mondovisione. Lamar ha comunque monopolizzato l’attenzione con la scenografia scelta per la sua “performance”: lui in testa a una colonna di ballerini e cantanti, tutti in divisa da detenuti, ammanettati e legati uno all’altro da pesanti catene. Sullo sfondo le celle coi chitarristi e i sassofonisti che suonano dietro le sbarre.
Commovente e toccante poi il momento dedicato al ricordo di David Bowie, scomparso poco più di un mese fa. Il duca Bianco della musica internazionale è stato, infatti, ricordato dalla voce di Lady Gaga. Un’edizione, la 58esima, che sarà ricordata anche per il forfait all’ultimo di Rihanna, che avrebbe dovuto duettare in “The Weekend”con Lauryn Hill, che, nonostante tutto, se l’è cavata benissimo anche da solo. Momento difficile poi quello di Adele che sceglie un brano difficile e delicato: “All I Ask”, solo la sua voce e un pianoforte. Si comincia con le note stridule dello strumento, poi la voce della cantante inglese viene surclassata per 8 secondo da strane note di una chitarra fuori campo. Pare sia una della “band” di Justin Bieber (anche lui costretto a combattere con problemi tecnici quando tocca a lui salire sul palco per eseguire “Where Are U Now”). Adele sgrana gli occhi, ma continua mentre i tecnici cercano di risolvere il problema. Sparita la chitarra dal sottofondo, rimane il suono metallico del pianoforte mentre la voce di Adele in qualche passaggio appare stridula. E la rete non ha perdonato quell’errore. Sono apparsi infatti subito sui social messaggi e parodie del momento. D’altronde il successo è anche questo.
Gli altri premi. Meghan Trainor è stata premiata come miglior nuova cantante, mentre il riconoscimento per la miglior “performance rock” è andato agli Alabama Shakes che hanno eseguito la loro “Don’t Wanna Fight” trascinati dalla loro “lead singer”: la carismatica e immensa (in tutti i sensi) Brittany Howard. Un’altra novità della sera è stata la trasmissione di un pezzo del “musical” storico “Hamilton” ripreso in diretta dal Richard Rodgers Theatre di New York. L’opera musicale, un grande successo a Broadway col teatro tutto esaurito per oltre un anno, ha vinto il Grammy più scontato: quello per il miglior “musical” dell’anno. Molti, in questa edizione, i tributi musicali agli scomparsi: oltre a David Bowie, B.B.King, Glenn Frey degli “Eagles”, mentre per celebrare il leader dei Motorhead, Lemmy Kilmister, si sono esibiti per la prima volta davanti alle telecamere gli Hollywood Vampire guidati da un vecchio e controverso mito del “rock macabro”: Alice Cooper, che nell’occasione ha suonato con Joe Perry degli “Aerosmith” e con un sorprendente Johnny Depp, attore celebre per le sue trasformazioni, ma che nessuno aveva ancora visto ne ruolo di chitarrista scatenato di una “punk band”.