Strage bus, altri tre indagati. Sequestrata carreggiata viadotto

di Redazione

 AVELLINO. Ci sono altri tre indagati nell’ inchiesta condotta dalla procura di Avellino sul disastro avvenuto il 28 luglio scorso sulla A16 dove 39 persone morirono per la caduta da un burrone del bus sul quale ritornavano da una gita.

Sequestro del viadotto autostradale “Acqualonga” limitatamente alla carreggiata con direzione Bari-Napoli. Il sequestro non riguarda quindi la carreggiata opposta dove la circolazione si svolge nei due sensi. Gli indagati, per i quali già si sarebbe proceduto all’iscrizione nel registro della procura, sarebbero tutti dipendenti della società Autostrade per l’Italia.

I loro nomi (non ancora resi noti) andrebbero quindi ad aggiungersi agli altri due funzionari della società già coinvolti nell’inchiesta (Michele Renzi, direttore di Tronco della A16, e il geometra Antonio Sorrentino, responsabile del Centro Esercizio, cioè delle attività di manutenzione sui trecento chilometri del tronco di competenza), nonchè a Gennaro Lametta, il titolare della Ack Travel Mondo sasm, proprietario dell’autobus gran turismo. Per tutti l’ipotesi di reato formulata dai pm è di concorso in omicidio colposo plurimo e disastro colposo.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo, si è concentrata in particolare sulle condizioni del mezzo e sulla manutenzione del tratto autostradale, e in particolare del new jersey, che non avrebbe retto all’impatto con il pullman lanciato in un tratto di discesa a forte velocità anche a causa del mancato funzionamento del sistema frenante.

Si è già svolto nelle scorse settimane l’incidente probatorio, con la ricostruzione della dinamica dell’incidente, e il sopralluogo con i periti proprio sul viadotto Acqualonga nonchè nella scarpata adiacente alla strada provinciale Taurano-Monteforte Irpino dove il bus è precipitato. G

iovedì il procuratore Cantelmo e i suoi sostituti dovrebbero conferire l’incarico per una nuova consulenza tecnica. La procura ipotizza i reati di omicidio colposo plurimo e disastro colposo. La direzione sanitaria dell’ospedale “Santobono” di Napoli ha reso noto di aver avviato l’iter per il trasferimento della piccola Francesca “in una struttura di alta specializzazione per la riabilitazione” a Lecco. “Appena ricevuta la disponibilità della struttura ricevente – aggiunge l’ospedale – si provvederà al trasferimento con propri mezzi o con l’intervento di aerei per gli aiuti umanitari di concerto con la Prefettura di Napoli”.

Intanto, l’appello lanciato dalla madre di Francesca, Annalisa Caiazzo, ha provocato numerose reazioni di solidarietà da parte di privati ed associazioni.

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