Si è mosso, a partire dall’entrata in vigore dell’attuale orario dei treni (14 dicembre 2015), il comitato “Pendolari San Marcellino-Albanova”, sulla base delle proprie competenze e raccogliendo una serie di osservazioni dagli iscritti (mediante i canali sociali), per redigere un documento, articolato in dieci punti, contestante tutte le criticità e i disagi derivanti dalla variazione e precedenti alla stessa, avviando un procedimento presso tutti gli enti preposti alla gestione del trasporto pubblico locale.
In effetti, sono stati interessati l’assessorato regionale ai Trasporti, la quarta commissione della giunta regionale della Campania e l’Acam (azienda campana per la mobilità) anche se in realtà i primi due, si sono limitati a trasferire il documento nuovamente all’Acam, quest’ultima, dopo non pochi solleciti, ha accordato un primo incontro interlocutorio, teso essenzialmente a chiarire e illustrare i singoli punti elencati, nel quale chiaramente il comitato (attraverso le proprie figure preposte) ha fatto valere le ragioni dei viaggiatori.
Questo risultato si è quindi concretizzato nella redazione di un’istruttoria da parte dell’Acam, sfociata in una serie di incontri con i gestori della rete ferroviaria e del servizio, che hanno dovuto di fatto fornire punto per punto le giustificazioni tecniche che hanno portato ad un servizio locale così carente.
“Tutto ciò è avvenuto – dichiarano i rappresentanti del comitato – a fronte di decenni di assenza di qualsivoglia rappresentanza ai tavoli di concertazione. Hanno relegato le nostre stazioni in fondo ad ogni classifica”.
“È necessario – continuano – operare un rinnovamento globale della pianificazione del trasporto ferroviario sulla tratta di nostro interesse. In pratica quello che è conseguito all’istruttoria dell’ente (generata dal documento di contestazione) è l’esigenza di intervenire sugli orari in maniera radicale, in quanto con uno schema così inadeguato, dettato raramente a vantaggio dell’utenza e quasi mai capace di apportare migliorie condivise dai viaggiatori di tutta la tratta (che per inciso è un interregionale e intercetta una platea immensa), non si è più potuto effettuare le modifiche necessarie ad accogliere quelle sette nostre osservazioni condivise dall’Acam, ma è si dovuto prevedere la totale revisione dell’organizzazione”.
L’elemento ulteriore di grande innovazione è stato il riconoscimento, da parte dell’Acam, dei disagi e della carenza qualitativa del servizio effettuato presso le stazioni.
Apparentemente nell’immediato nulla è cambiato, ma in realtà il comitato ha ottenuto di essere parte attiva del rinnovamento.
Avrà, infatti, nell’ambito dei prossimi incontri, la facoltà di mediare gli orari che entreranno in vigore dal 12 giugno.
“L’ente sostanzialmente non ha rivisto la rilevanza delle stazioni, – aggiungono – che secondo i loro parametri fanno riferimento ad un utenza di circa 500 viaggiatori/giorno complessivi (ovvero circa un terzo di quella reale), per cui non è possibile immaginare una rivoluzione del servizio con un aumento smisurato delle corse o l’arrivo dell’alta velocità ad Albanova e San Marcellino, però è legittimo attendersi una migliore organizzazione dello stesso. Ce l’abbiamo messa tutta per arrivare a questi risultati e ne siamo molto contenti”.
“Il tutto è stato ottenuto – concludono – sfruttando gli strumenti civili e canali assolutamente non privilegiati, ma chiaramente va riconosciuta la disponibilità dell’Acam a dialogare con i nostri rappresentanti e quindi con il comitato e l’impegno comunque non scontato dei suoi funzionari alla risoluzione delle problematiche”.