Rifiuti, veleni e tumori: migliaia in corteo a Casal di Principe

di Redazione

 CASERTA. Ancora migliaia di cittadini, come avvenuto ad Aversa lo scorso 15 settembre, sabato pomeriggio si sono riunite a Casal di Principe per protestare contro rifiuti, veleni e malattie mortali che infestano il territorio.

“A terra è ‘a nosta e nu ‘nzadda tuccà”. “La terra è nostra e non si deve toccare” gridavano numerosi bambini, col volto travisato da mascherine, a simboleggiare che in quei territori, ogni giorno, l’aria diventa sempre più irrespirabile per via degli sversamenti illeciti e dei roghi appiccati ai rifiuti tossici.

Un fiume umano, partito dal parcheggio dello stadio comunale e concluso in piazza Mercato, dove uno studente ha letto un documento inviato alle autorità nazionale, attraverso il quale si chiede la bonifica del territorio avvelenato dalla camorra.

Tra la gente c’erano don Maurizio Patriciello e padre Alex Zanotelli, le due guide spirituali della protesta. Proprio don Patriciello, la mattina prima, aveva consegnato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in visita a Napoli per celebrare le “Quattro Giornate”, le cartoline che ritraggono le foto di mamme con in mano le immagini dei loro figli morti per tumori e leucemie.

“Questo è un popolo maledetto. Non bastava l’egemonia, per decenni della camorra nelle principali attività economiche e illecite, ora anche il disastro ambientale e questo genocidio di massa. Chi finora ci ha governato si vergogni”, le parole di un cittadino che sfilava in corteo. Ed in effetti, a parte la presenza della giornalista anticamorra Rosaria Capacchione, oggi senatrice del Pd, che già più di vent’anni fa denunciò gli scempi perpetrati dal clan dei casalesi sul territorio dell’agro aversano, nessun politico di rilievo nazionale si è visto sabato a Casal di Principe. Per vergogna o (probabilmente) per timore?

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