Carinaro – Ho indugiato qualche giorno a rilasciare una mia dichiarazione sulle ultime vicende accadute a Carinaro nella locale sezione del Pd in quanto io, come tanti altri, aspettavamo un comunicato ufficiale contenente le scuse da parte di chi si era reso responsabile di un grave comportamento offensivo nei confronti di cittadini e soprattutto di tutte quelle cittadine che, sedute, aspettavano il proprio turno per potersi tesserare al Pd.
La mia attenzione su quanto accaduto è improntata su due aspetti della dinamica dei fatti. Il primo, credo, riguarda la libertà dei cittadini, in quanto elettori attivi, di decidere di partecipare ad una campagna di tesseramento di un partito. A nessuno è permesso vietare o di ostacolare l’esercizio di questo diritto. Cosa che invece non è accaduto a Carinaro per colpa di quelli che a parole si autodefiniscono “democratici”.
Le operazioni iniziate alle 16.31 sotto il igido e scrupoloso controllo del garante provinciale e con la presenza dei due garanti locali. Tutto sembrava filare liscio come l’olio, fino a quando non si è avuta l’irruzione, alquanto violenta e accompagnata da frasi omofobe, razziali e sconnesse del marito del sindaco, anch’ella presente nel locale.
Un’entrata violenta, accompagnata da sollecitazioni fatte ad un altro suo adepto a cacciare tutti fuori, manco fosse stato lui il padrone del Pd!
Premetto che essendo stato anche io oggetto di tali minacce e di offese personali, chiederò il conto in quanto il tutto verrà affrontato nelle sedi opportune. Ma la vergognosa frase da tutti udita è stata: “Che fann sti femmn zuzzos ca’, ascit for…(traduzione: “Cosa fanno qui queste donne sudicie, uscite fuori”). Voglio solo ricordare che tra le signore presenti c’erano operaie, ex dipendenti ospedalieri, Rsu iscritte alla Cgil, insegnanti, pensionate e semplici cittadine, responsabili soltanto di volersi tesserare al Pd.
Qualcuna addirittura è scoppiata pure in lacrime per le grandissime offese ricevute. Tutti i presenti hanno assistito ad una vera e propria manifestazione dell’ignoranza, della prepotenza di qualche uomo.
Il secondo aspetto, quello più politico, è la grande meraviglia del fatto che un sindaco presente all’accaduto, massima autorità di pubblica sicurezza nel paese, peraltro marito di questa persona che dava i numeri, non abbia sentito la responsabilità di intervenire, di chiedere scusa alle persone offese, Anzi, il sindaco non faceva altro che rincarare la dose, esacerbando gli animi e concorrendo a far diventare l’atmosfera ancora più pesante. Mi chiedo: ma il senso istituzionale e la responsabilità civile dove stavano? Ma scusate il Sindaco di Carinaro rappresenta tutti i cittadini? Quindi, rappresenta anche quelle cittadine che suo marito definiva e apostrofava come “zozze”!
Sono queste le cose realmente accadute e che dovevano essere portate all’attenzione della pubblica opinione e di Matteo Renzi! Altro che parlare di vergognoso tesseramento.
Le uniche cose di cui qualcuno dovrebbe vergognarsi stanno nelle gravi offese lanciate sabato scorsa a delle oneste persone e nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa locale dal primo cittadino che non ha perso l’occasione di riferire delle condizioni disagiate di qualche cittadina presente che si rivolge all’ufficio assistenza del Comune di Carinaro, non solo mortificandola e non garantendo così la privacy della stessa, ma facendo rivelazioni d’ufficio. E poi cosa centra il disagio sociale di una persona con la pretesa che questa debba rinunciare ai suoi diritti politici, che sono diritti costituzionalmente garantiti?
O le persone in disagio sociale non hanno il diritto di avere una fede politica e concorrere con la propria adesione alla nascita e alla crescita dei un partito? Questa è la logica dei così detti “democratici”?
In quanto, poi, alla tessera richiesta dal sottoscritto, credo che non debba spendere molte parole per ricordare agi smemorati della mia origine culturale di storico appartenente al cattolicesimo democratico, che ha contribuito alla nascita del Pd, delle mie ripetute partecipazioni a progetti di centro sinistra e del mio storico ed antico impegno nel mondo sociale, delle persone in difficoltà, di quelli che hanno bisogno di aiuto, che sono mondi che storicamente appartengono alla sinistra.
Credo, invece, che faccia più scalpore la tessera stracciata del Pd in faccia a tutti i presenti dall’attuale presidente del Consiglio comunale di Carinaro allorquando si ribellò proprio alla possibile candidatura a sindaco di Annamaria Dell’Aprovitola. Anzi, sono costretto a ricordare alla smemorata signora che nel 2009, allorquando formammo la lista “Rinnovato patto per Carinaro”, gli attuali dirigenti uscenti misero dei “paletti” alla sua candidatura in lista in quanto si asseriva che gli imprenditori o loro affini non potevano stare in lista. Allora la signora fece una vera e propria contrattualizzazione per entrare in quella lista, pretendendo l’assessorato per tutta la durata della consiliatura e formando, fuori dal partito, un gruppo denominato: sinistra sfusa! Ma allora era iscritta o no al partito?
Non faccia la puritana la signora perché non le conviene proprio! Fatto sta che il partito e nella fattispecie il Pd non ha né padroni né quantomeno padrini o ancor peggio dei protettori a cui rivolgersi.
E’ normale, e più che naturale, che i comuni cittadini chiedono di farne parte senza queste mistificazioni e montature del genere per conservare o perpetrare il proprio potere.
Giuseppe Barbato, capogruppo dell’opposizione