Bimba travolta da scuolabus, il sindaco: “Pagheremo spese funerali”

di Emma Zampella

Carinaro – Avrebbe compiuto gli anni il prossimo aprile la piccola Rosa Di Biase, la bambina che ha incontrato la morte in un normalissimo pomeriggio di marzo (leggi qui). Una fatalità che non sarebbe mai dovuta diventare reale. Ultima figlia di una famiglia numerosa, Rosa, lasciatasi trasportare dalla vivacità dei suoi tre anni, ha ignorato il pericolo rendendosi protagonista di una terribile malasorte.

A soccorrerla per prima mamma Eufemia che, incredula, ha cercato di salvare quel piccolo corpicino incastrato tra le ruote dello scuolabus che aveva appena riaccompagnato a casa il fratellino più grande. Urla e stridore di denti per una madre inerme di fronte ad una tragedia enorme, insopportabile.

Inutile la corsa all’ospedale dove la piccola Rosa avrebbe esalato presto l’ultimo respiro poco dopo. Uno choc anche per papà Pietro che, accorso al nosocomio di Aversa, non ha retto al dolore:  un malore l’ha colto nella camera mortuaria dell’ospedale “Moscati” alla vista di quella bimba che fino a qualche ora prima stringeva a sé. Una vita spezzata ed una famiglia dilaniata dal dolore. Rosa lascia i genitori e altri due fratellini.

Una tragedia che ha sconvolto anche la vita di Giovanni, il conducente del pulmino, ancora sotto choc. Chi lo conosce, parla di lui come di un uomo da sempre attento ed accorto nell’accompagnare i bambini al ritorno da scuola. “E’ morto anche lui. La sua vita non sarà più la stessa. Una fatalità che lo ha segnato nel profondo”, ha commentato chi l’ha visto in volto, ancora incredulo e disorientato.

Una tragedia dai contorni ancora non chiari. Una disgrazia. Un doppio dolore che ha turbato l’intera comunità. “E’ sconvolgente quanto è accaduto oggi – si parla in paese – Non doveva succedere”. “Una fatalità che ha raggelato il sangue di tutti noi. Ci uniamo al dolore dei genitori della piccola Rosa, quanto alla sofferenza che in questi momenti avvolge l’animo dell’amico Giovanni”, si commenta al Comune, dove i dipendenti e gli impiegati comunali conoscevano tanto la famiglia Di Biase quanto quella del conducente. Poi il silenzio, perchè qualsiasi parola è inutile in questi casi.

“Giovanni è solito accertarsi che non ci siano bambini al momento dalla ripartenza quando lascia li consegna ai genitori. Conosceva bene la piccola Rosa, più volte aveva esortato quella madre – presa e preoccupata da una vita non semplice – di star attenta quando la figlia attraversava entusiasta la strada per l’arrivo del ritorno a casa del fratellino. Ma oggi Rosa non era uscita dal quel cancello. Non c’era con mamma Eufemia. Poi, la tragedia”.

“Non ci sono parole per descrivere il dolore che ha sconvolto il mio cuore quando, accorsa al Comune, ho appreso la notizia. Penso al dolore della madre e della famiglia Di Biase, allo smarrimento e all’incredulità della famiglia del buon Giovanni. Oggi, le vite di due famiglie sono state distrutte. Tutto il sostegno e la vicinanza di questa amministrazione va alla famiglia Di Biase”, dichiara commossa e visibilmente provata il sindaco Annamaria Dell’Aprovitola.

Occhi lucidi e una voce rotta dal pianto, quella del primo cittadino, che stenta a trovare le parole giuste: “Una sciagura che mai nessun sindaco vorrebbe sentire nella propria città. Tutto il paese è provato dalla morte della piccola Rosa. Abbiamo predisposto che quest’Amministrazione si farà carico di tutte le spese che competono le esequie, giorno in cui sarà indetto il lutto cittadino e quindi bandiere a mezz’asta e negozi chiusi”.

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