Napoli – Tanti cittadini, venerdì mattina, davanti al Tribunale di Napoli, hanno tenuto un sit-in per chiedere “Giustizia per Davide”. In aula si teneva l’udienza del processo sulla morte di Davide Bifolco, il sedicenne ucciso, nella notte tra il 4 e il 5 settembre 2014, al Rione Traiano, da un colpo di pistola sparato da un carabiniere durante un inseguimento.
“Colpo non mirato non vuol dire colpo accidentale. Con questa ammissione del consulente balistico della Procura, mi ritengo soddisfatto. È una cosa che noi sosteniamo da tempo”, ha commentato l’avvocato della famiglia Bifolco, Fabio Anselmo. L’udienza è terminata con un rinvio del gup Ludovica Mancini al 16 marzo prossimo quando si scioglierà la riserva sulla richiesta presentata dalla difesa del carabiniere relativa un’altra perizia tecnica
Lo scorso 23 luglio, il pm Manuela Persico, titolare delle indagini con il procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso, aveva concluso la requisitoria con la richiesta di condanna per il carabiniere imputato di omicidio colposo: 3 anni e 4 mesi di reclusione con il riconoscimento delle attenuanti generiche equivalenti. Sarebbero stati 5, il massimo, senza la diminuzione di un terzo imposta dalla legge caso di processo abbreviato. In caso di condanna, l’imputato non potrebbe avere la sospensione condizionale né beneficiare della detenzione domiciliare.
Per i familiari della vittima, costituiti parte civile, l’entità della pena rappresenta altro sale sparso sulle ferite aperte dalla morte di Davide. Lo scorso autunno il giudice, Ludovica Mancini, ha accolto l’istanza per un supplemento istruttorio dell’avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia Bifolco, e ha riaperto l’istruttoria: saranno sentiti in aula il consulente balistico e i due carabinieri che erano con l’imputato.
“Spero che non si voglia infangare la verità la quale, da quanto vedo, sembra già essere venuta a galla: chi spara con volontarietà ma senza mirare deve mettere in conto che ci può scappare il morto”. Parole di Giovanni Bifolco, padre di Davide.
“Nel processo vedo che c’è tanta disponibilità da parte del giudice – ha aggiunto Giovanni Bifolco al termine dell’udienza – il quale sta facendo un ottimo lavoro. Io credo che, alla fine, non avrò giustizia anche se è palese quanto è successo. Ci sono tutti gli elementi per arrivare alla verità e io non credo assolutamente che il carabiniere non abbia mirato. Per me i fatti sono già chiari”. Giovanni Bifolco, infine, si augura che il giudice comprenda “che si è trattato di omicidio volontario e non di omicidio colposo. Le prove parlano chiaro”.