Milano – La corte d’Appello milanese ha condannato per frode fiscale nella compravendita dei diritti tv il figlio dell’ex premier, Pier Silvio Berlusconi, e il presidente della Mediaset Fedele Confalonieri, ad un anno e due mesi di reclusione.
L’assoluzione di primo grado è stata ribaltata nel processo Mediatrade ma è stata confermata per il produttore americano Frank Agrama, Daniele Lorenzano, Gabriella Ballabio, Giorgio Dal Negro, e per l’ex manager Mediaset Giovanni Stabilini.
In primo grado, i giudici avevano spiegato che non vi erano “prove sufficienti per attribuire alcuna responsabilità” in quanto gli imputati erano risultati estranei al “sistema di frode”. Questa volta invece hanno abbinato la vicenda ad una responsabilità personale. La corte ha ritenuto Berlusconi e Confalonieri responsabili del reato di frode fiscale limitatamente all’anno di imposta 2007.
“È una sentenza che si fa fatica a comprendere e peraltro su un reato che fra 15 giorni è prescritto”, ha dichiarato Filippo Dinacci, uno dei difensori del figlio del leader di Forza Italia.
In precedenza il pm Fabio De Pasquale, aveva chiesto per Pier Silvio Berlusconi 3 anni e 2 mesi di carcere, per Confalonieri 3 anni e 4 mesi e per gli altri condanne fino ai 5 anni. Secondo De Pasquale, i diritti sarebbero stati “gonfiati” per ragioni fiscali, “un andazzo a cui Piersilvio Berlusconi non riusciva a sottrarsi e che Fedele Confalonieri ha tollerato per anni”.
“È una sentenza incomprensibile, ma a Milano ci si aspetta sempre di tutto – ha commentato l’avvocato Niccolò Ghedini – Attendevamo di nuovo una assoluzione. La Corte europea dei diritti dell’uomo impone che se si vuole riformare una sentenza in peius bisogna riaprire il dibattimento, cosa che abbiamo chiesto ma non hanno concesso”.