Roma – Ha commentato gli attacchi terroristici avvenuti a Bruxelles, il primo ministro Matteo Renzi che ha espresso il suo cordoglio e la vicinanza da parte di tutto il popolo italiano alle famiglie delle vittime.
“È il momento di dire senza giri parole: gli attentatori venivano da dentro i luoghi colpiti, la minaccia è globale ma i killer sono anche killer locali. Avverto la stessa inquietudine degli italiani, lo dico da premier ma anche da padre. Io dico che non la daremo vinta ai terroristi”, ha dichiarato il premier.
Ha proseguito il suo discorso sottolineando l’importanza di dover instaurare un’unitaria forza di sicurezza che deve contrastare la minaccia terroristica. “Lo dobbiamo alle vittime di questo attacco, alle loro memorie, ma anche agli italiani – ha aggiunto Renzi – Porgo il cordoglio per il terribile attentato di questa mattina. Le lacrime di oggi ci rendono ancora più vicini”.
E ancora: “I terroristi hanno seguito un copione triste colpendo i luoghi della vita di tutti i giorni, e le istituzioni italiane sono impegnate a verificare anche la situazione dei nostri connazionali. Tuttavia, non sfugge il significato simbolico di questo attacco: gli attentati si sono verificati a qualche centinaio di metri dalle istituzioni europee. È arrivato il momento di dire senza giri di parole che la minaccia è globale ma i killer sono anche dentro le città. I killer si nascondono nelle periferie, protetti da certe zone urbane. Occorre un progetto di sicurezza senza quartiere senza sosta”.
“L’Ue vada fino in fondo – ha concluso – serve una struttura unitaria di sicurezza e difesa. È dal ’54 che si litiga sulla sicurezza comune”.
Mattarella: “Gli ultimi, gravissimi attentati di Bruxelles confermano tragicamente che l’obiettivo del terrorismo fondamentalista è la cultura di libertà e democrazia. Esprimo il mio cordoglio per le vittime e la più decisa condanna per gli esecrabili atti di violenza. La risposta alla minaccia terroristica deve trovare saldamente uniti i Paesi dell’Unione Europea. Occorre affrontare questa sfida decisiva con una comune strategia, che consideri la questione in tutti i suoi aspetti: di sicurezza, militare, culturale, di cooperazione allo sviluppo. In gioco ci sono la libertà e il futuro della convivenza umana”.