SANTARPINO. La Campania è un serbatoio inesauribile di talenti, basti pensare quanti calciatori negli ultimi anni hanno vestito la casacca azzurra della nazionale campione del mondo.
Quello campano è un vivaio fertile, ma non sempre coltivato a dovere, in ogni caso, lultimo talento in ordine cronologico sfornato dalla nostra terra si chiama Dario Liguori. Considerato uno dei più grandi astri emergenti, Liguori, classe 92, professione attaccante, cresce nelle giovanili della squadra del suo paese. Dario ha un palmares di tutto rispetto, infatti, inizia alla tenera età di cinque anni con il Crispano, a dodici passa con il Napoli, dove milita per tre anni, poi a quindici e sedici anni rispettivamente conPadova e Benevento, fino ad approdare al Modena (serie B).
Il bomber dalla faccia dangelo ma spietato in area di rigore, è un attaccante moderno giocatore rapido che calcia indistintamente con entrambe i piedi (di natura mancino), tecnica sopraffina e dribbling ubriacante, abile con il tiro dalla media lunga distanza, specialista dei calci piazzati. Come tutti i ragazzi che si nutrono di pane e pallone, anche Dario ha sempre coltivato un sogno, quello di giocare in serie A e di vestire un giorno la maglia azzurra.
Di Dario si dice che sia un ragazzo allegro, spigliato e soprattutto dotato di grande umiltà, da piccolissimo ammirava Roberto Baggio, un predestinato per qualcuno, freddezza e fantasia sotto porta lo accostano al talento di Caldogno. Dario è giovane e ha ancora tanto da imparare soprattutto dalla vita, ma i sogni, le speranze rappresentano la ninfa vitale della nostra stessa esistenza.
Il segreto di Dario è la famiglia che gli è stata vicina sempre ma in modo particolare, il padre, Pasquale Liguori, che ha sempre visto nel suo figliolo un campione fin dai primi calci, addirittura all’età’ di due anni, quando calciava, non si capiva se era destro o sinistro, il padre affermò: Questo farà il calciatore a livello professionistico molto probabilmente aveva ragione.
Un ringraziamento a chi oltre la famiglia è stato vicino al giovane calciatore ad incominciare da Tullio Cavuoti, allamico Camillo e al vicepresidente della società Asd Città di SantArpino Giuseppe Angelino.