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la Costituzione , è concorrente tra Stato e Regioni si predisponga, con immediatezza, un decreto legge, da confermare con singole leggi regionali, con il quale si sospenda, almeno per i prossimi tre anni, il rilascio di titoli abilitativi su aree oggetto di nuova impermeabilizzazione del territorio e di nuovo consumo di suolo.
La proposta che, di per sé, può apparire bizzarra e ostativa al rilancio del settore delledilizia;
viceversa, contribuirebbe a: Consentire agli enti pubblici competenti (autorità distrettuali di bacino in primis ) di effettuare una mappatura seria, tecnica e non politica, delle aree sottoposte a rischio frane ed inondazioni;
rilanciare il riuso del patrimonio edilizio già esistente, magari con premialità volumetrica; orientare investimenti nel settore edile verso il costruito, con rivitalizzazione dei centri storici;
consentire, con una semplice modifica di un rigo (7 parole da cancellare) della legislazione vigente (con esclusione delle costruzioni realizzate in aree sottoposte a rischio idrogeologico o che siano comprese in area a vincolo paesaggistico o che non abbiano rispettato le norme in materia di costruzione antisismica, per le quali, anzi, è necessario provvedere, in fretta, al ripristino delle condizioni di sicurezza) il rilascio di titoli abilitativi in sanatoria.
Come si vede, tanti sarebbero i risvolti positivi di una iniziativa-choc che consenta a tutti di comprendere che non è la natura la causa dei mali che luomo provoca e, contemporaneamente,offra ai Comuni la possibilità di decidere del proprio territorio e di incamerare soldi che, in questo momento particolare, servono agli enti locali per metter in sicurezza le aree a rischio.
Se alla Magistratura va riconosciuto il dovere di applicare la legislazione vigente in materia di sanzioni, sia penali che amministrative, (e la magistratura napoletana, negli ultimi anni, è stata particolarmente attenta allapplicazione della legge ed al rispetto della legalità ) e se, come è vero, la legge, particolarmente da parte dello Stato, va applicata e rispettata, tocca alla Politica porsi il problema del rischio della sicurezza delle condizioni fisiche del territorio in cui vivono i cittadini italiani e di una pace sociale che, evitando strumentalizzazioni da parte della criminalità organizzata, tocca spesso i cittadini più deboli e meno protetti.
Alberto Coppola
Docente di Legislazione Urbanistico
Dipartimento di Architettura
Università “Federico II” di Napoli
NAPOLI. Forse, è arrivato il momento che, sulla difesa del suolo, Stato, Regioni ed Enti locali facciano un esame di coscienza anche, e non solo, alla luce dei tragici avvenimenti in Sardegna; i cittadini italiani hanno diritto ad una operazione verità sulle condizioni fisiche dei territori che vivono e sugli abusi a rischio demolizione.
Premesso che lepisodio ha avuto una eccezionalità meteorologica unica, non si può, però, prescindere dalla considerazione che, per lIsola di Garibaldi, come per il resto d Italia, grandi responsabilità esistano a causa della cementificazione e della impermeabilizzazione indiscriminata del territorio. Ed allora, non essendo nel potere (e nella volontà) del singolo cittadino o imprenditore o professionista che voglia costruire autolimitarsi, tocca alle Istituzioni tutte, prese nel loro insieme e per i rispettivi poteri decisionali, avere il coraggio, ripeto, avere il coraggio di fermare la costruzione di nuovi edifici, eventualmente con la sola esclusione di opere pubbliche e di interesse pubblico, evitando una ulteriore impermeabilizzazione del territorio attraverso il consumo di altro suolo, almeno per i prossimi tre anni. Trattandosi di materia che, per