Santa Maria a Vico – I militari della compagnia della Guardia di Finanza di Marcianise hanno dato esecuzione alla misura di prevenzione patrimoniale del sequestro su beni mobili ed immobili, nonché su conti correnti bancari, per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro, emessa dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di Antonio Carfora, dimorante a Santa Maria a Vico.
Il sequestro di prevenzione disposto si fonda sulla accertata, consistente sproporzione fra la capacità reddituale di Carfora e del suo nucleo familiare e le effettive disponibilità patrimoniali e finanziarie a questi riconducibili.
Il provvedimento di sequestro, eseguito mercoledì 30 marzo, ha riguardato 40 fabbricati (tra cui cinque a destinazione commerciale) ubicati nei comuni di Santa Maria a Vico e San Felice a Cancello, sei terreni per una estensione di circa 15mila metri quadrati, un’autovettura di lusso (marca Land Rover Discovery 3.0 Tdv6), disponibilità finanziarie per 185mila euro, quote di partecipazioni di una società immobiliare e di un’azienda operante nel settore della compravendita di abiti da cerimonia denominata “Mondo Sposi”.
Nel febbraio 2015 il proposto era stato oggetto di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, dal gip del Tribunale partenopeo, essendo stato ritenuto responsabile di usura, estorsione, abusivo svolgimento di attività bancaria, aggravati dal metodo mafioso.
Gli esiti delle investigazioni avevano disvelato un’intensa attività usuraria ed estorsiva, tra gli anni 2005 e 2009, svolti con sistematicità ed a livello imprenditoriale, accompagnata da continue richieste vessatorie, esercitate sulle persone offese, vittime di gravi e frequenti atti di violenza ed intimidazione, volti al recupero del capitale e degli esosi interessi praticati.
Il timore delle gravi ritorsioni minacciate e le enormi risorse finanziarie richieste, a fronte dei prestiti elargiti, hanno determinato un progressivo aggravarsi della situazione economica dei debitori, i quali, seppur inizialmente reticenti, posti di fronte alle evidenze probatorie, hanno ammesso i fatti.
Le indagini economico-finanziarie, condotte dalla Guardia di Finanza e coordinate dalla Procura sammaritana, si inquadrano, dunque, in un più ampio contesto investigativo, finalizzato all’azione di contrasto all’accumulazione di capitali illeciti di soggetti contigui al clan Belforte di Marcianise.