Morbillo, rischio epidemia in Campania. I medici: “Fare la vaccinazione”

di Redazione

Campania – In Campania a gennaio l’83.66 per cento dei bambini nati nel 2012 è risultato vaccinato contro il morbillo; un dato “molto inferiore” al 95 per cento ritenuto la “soglia minima di sicurezza” fissata dall’Organizzazione mondiale della Sanità.

E’ emerso nel convegno sul tema delle vaccinazioni nella sede dell’Ordine dei medici di Napoli. I dati – secondo i medici – sono «preoccupanti» perché il morbillo è una malattia infettiva “altamente” contagiosa che può causare complicazioni gravi quali la polmonite, infiammazioni acute dell’encefalo e finanche la morte.

“Oggi – ha affermato Rocco Russo, componente commissione vaccini della Società italiana pediatri – c’è una certa resistenza alle vaccinazioni sia per la maggiore influenza dei movimenti anti-vaccinali sia perché si è persa la consapevolezza della malattia e si specula sulle complicanze derivanti dal ricorso al vaccino che, tuttavia, sono meno rilevanti della malattia da contrastare”.

Da qui l’appello alle famiglie a ricorrere alla vaccinazione non solo per evitare la malattia e le sue possibili complicanze, ma soprattutto per scongiurare una possibile epidemia. I numeri, infatti, dicono che un solo paziente affetto da morbillo riesce a contagiare in media 15 soggetti non protetti da vaccino.

In Campania – secondo quanto riportato – già nel 2002 si è verificata un’epidemia da morbillo che – secondo Russo – “si potrebbe ripresentare proprio in virtù della diminuzione di soggetti vaccinati perché il virus si può diffondere maggiormente e rapidamente”.

Dai dati dell’Unità operativa complessa di Epidemiologia e prevenzione della Asl Napoli 1 emerge che nei primi tre mesi del 2016 in Campania sono stati segnalati 61 casi di morbillo di cui l’84 per cento è stato ricoverato in ospedale e che il 44 per cento dei casi ‘complicati’ ha interessato bambini con meno di cinque anni.

I medici campani, pertanto, invitano in primo luogo a vaccinarsi e a contattare subito il proprio medico se si riscontra febbre alta associata a sintomi influenzali quali tosse e raffreddore, comparsa di puntini bianchi all’interno della bocca e puntini rosso ‘vino’ inizialmente dietro le orecchie e sul viso e poi sul corpo. Medici che si rivolgono anche ai manager delle aziende sanitarie affinché – come sottolineato da Maria Triassi presidente della Società italiana d’igiene – organizzino al meglio le strutture per offrire alla cittadinanza un’offerta vaccinale positiva perché sappiamo che rendere più agevole l’accesso all’assistenza aiuta ad aumentare il ricorso alla prestazione sanitaria.

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