Parco Pozzi, regolare abbattimento lecci. Wwf: “Ma alcuni potevano essere salvati”

di Antonio Arduino

Aversa – Continua la polemica nata a seguito della segnalazione fatta da anonimi cittadini sull’abbattimento di alberi all’interno del Parco Pozzi di Aversa. L’azione sarebbe stata sospetta al punto da chiedere l’intervento del Wwf e del Corpo forestale per verificare.

In realtà, nulla di irregolare c’era stato, tant’è che il direttore dei lavori, nella mattinata di lunedì, per dissipare ogni dubbio, aveva convocato presso il suo ufficio tutte le istituzioni ed associazioni interessate per mostrare la documentazione attestante la conformità dell’intervento. Fatta eccezione per il Wwf (assente per motivi personali del rappresentante locale) all’incontro erano presenti il rappresentante delle Nogra guardie zoofile, Pasquale Carnevale, il comandante della Polizia municipale, Stefano Guarino, l’agronomo Coppeta, gli uomini del Corpo forestale.

Tutti hanno constatato la conformità dell’intervento, in particolare il Corpo forestale ha visionato tutta la documentazione, riconfermando la regolarità dell’operazione, compreso il corretto smaltimento dei rifiuti, testimoniato dai formulari identificativi di trasporto già in possesso del funzionario comunale e visibili a tutti, su richiesta ufficiale, che rappresentano la “carta d’identità” del rifiuto trasportato, indicando  la tipologia del rifiuto, il quantitativo in chilogrammi (dal momento che lo smaltimento si paga a peso) l’impianto presso il quale è stato trasportato – che deve essere dotato di caratteristiche specifiche per il tipo di rifiuto – il cantiere di provenienza e il committente.

Dunque, tutto regolare e tutto alla luce del sole come hanno potuto rendersi conto anche i giornalisti presenti all’incontro. Anche il Wwf, attraverso il rappresentante regionale Alessandro Gatto, ha convenuto che non c’è  motivo per dubitare della regolarità dell’intervento effettuato dall’Ente comunale e non si intende contestare la scelta dei tecnici aggiungendo, però, che una decisione così drastica e definitiva non doveva essere presa in maniera rapidissima, come si è fatto, ma dopo un momento di confronto delle parti interessate, come prevede il regolamento comunale per la tutela e la cura del verde approvato dal consiglio comunale l’8 febbraio 1997.

Così facendo, forse, sarebbe stato possibile salvare alcuni dei lecci abbattuti, perché con le possibilità offerte dalle moderne medicine e tecniche utilizzabili nella cura delle malattie delle piante, un esame meno veloce e più accurato dei singoli alberi avrebbe potuto fare la differenza.

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